Host Skull – Totally Fatalist (Antephonic, 2011)

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Sconcertante è l'unico termine che può descrivere questo lavoro di una band, gli Host Skull, che sono in realtà due, essendo il gruppo diviso fra Pittsburg e Santa Fe, due entità autonome che si ritrovano di tanto in tanto per unificare le varie composizioni. Non ci è dato sapere, ma immagino che le due teste siano rappresentate dal chitarrista e dal sassofonista, che ben interagiscono e si spartiscono le aree di influenza dei vari pezzi.
Comunque sia la band, ma sarebbe più il caso di parlare di orchestra, parte come una versione decisamente più facile e meno sintetica degli ultimi Battles, in particolare quelli pop e cazzoni dei pezzi cantati, con la batteria che pesta spesso e volentieri e la chitarra, protagonista assoluta, che fa un lavoro egregio, tecnico ma mai troppo lezioso, mentre il cantato mantiene il tutto su livelli di assoluta fruibilità. Strada facendo emergono passaggi degni del prog più manierato e anche questo ci può stare, molto math-rock trova lì i suoi predecessori, ma quando all'altezza di Know It Aint' Right ci troviamo immersi nel soul dei tardi '70, quasi al confine col dancefloor che esploderà nel decennio successivo, il colpo è duro. Certo, la brevissima Host Skull ce ne aveva dato un assaggio coi suoi fiati in evidenza, ma questo rischia di essere davvero troppo. Summer Stained, deliziosa ballata indie ci rianima, ma rimescola ulteriormente le carte. Sul finale sono le tastiere e gli arrangiamenti d'archi a prevalere e sullo sfondo si accalcano i fantasmi della Motown e di Marvin Gaye, come potrete ben immaginare più per gli arrangiamenti che non per la voce, che è in effetti il punto debole del gruppo, con inserti math piuttosto duri che fanno capolino a ribadire quale sia il substrato che ha generato una simile alchimia. Totally Fatalist è un album eccentrico che in condizioni normali mi irriterebbe a morte, ma che è talmente scompaginato da farlo, se non proprio apprezzare, almeno benvolere per il suo essere pop assolutamente improponibile, contemporaneamente in ritardo e in anticipo sui tempi. Ovviamente non epocale, ma merita certamente un ascolto.