Heroin in Tahiti – Peplum (Yerevan Tapes, 2014)

HIT_Peplum

Tornano con un 7″ i romani Heroin In Tahiti e tornano pure quelle atmosfere “psichedelizziottesche” di borgata che tanto ci avevano fatto ammirare un lavoro come Death Surf. Se in quel disco era percepibile una forte quanto contaminata influenza spaghetti western, in Peplum poco cambia anche se dal titolo l’attenzione si sposta, qualche anno prima, verso quel sottogenere di film sulla mitologia greco romana prodotti a budget ridotto: la traccia ci riporta a quell’immaginario apocalittico che ha fatto la fortuna del duo, con rimandi a litanie di un ipotetico Morricone inaridito dagli stimoli e inacidito da altre sostanze.
Alo, La seconda traccia è stata concepita originariamente per un’esposizione dell’artista inglese Phil Collins (omonimo del noto musicista che cantava festoso la hit preferita di mio zio, Dance into The Light). Qui c’è, manco a dirlo, ancora più buio pesto e il suono si sposta/rallenta verso nenie tribali impregnate di suspence. Una conferma che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto di buono già abbiamo ascoltato.