Herba Mate – The Jellyfish Is Dead And The Hurricane Is Coming (Autoprodotto, 2009)

La grafica e le note biografiche mi facevano ben sperare per questi Herba Mate. Le radici emiliane accompagnate da un immaginario alla Guano Padano evocavano un’ atmosfera alla Eraldo Baldini (Mal’aria, Gotico Rurale), un recupero e un’interpretazione insomma della tradizione e della cultura tra le più importanti del nostro paese. Molta curiosità quindi verso una supposta declinazione stoner della provincia raccontata da Guareschi come anche dagli immortali CCCP. Purtroppo invece, è stato solo un film nella mia testa, in quanto malinconia e recupero culturale si fermano soltanto nelle intenzioni. L’approccio musicale degli Herba Mate non si scolla più di molto dal roccioso rock desertico ascoltato negli ultimi venti anni, tra alterni risultati, da Kyuss, Fu Manchu e Q.O.T.S.A. Coltri di chitarre spessissime vorticano in riffs ormai celebri anche tra le giovani leve: un turbine di polvere che non deluderà sicuramente i non pochi estimatori di un genere che, va detto, non conosce epifania. Nota di merito per la conclusiva Sputnik, track davvero purificatrice nella sua semplicità. Ma se, nonostante tutto, ancora crediamo nel potere lenitivo e terapeutico del rock, non possiamo più accontentarci di blande pozioni di acqua colorata. No davvero.