Henrik Munkeby Nørstebø / Daniel Lercher / Julie Rokseth – Off The Coast (Sofa, 2019)

Elettroacustica pregevole e non scontata quella di Off The Coast, nuova uscita del duo formato dal trombonista norvegese Henrik Munkeby Nørstebø e dal sound artist austriaco Daniel Lercher che per questo nuovo lavoro coinvolgono l’arpista norvegese Julie Rokseth.
Durante una residenza nel 2017 i tre hanno l’occasione di trascorrere una settimana nella piccola isola di Sula fuori da Trondheim, al largo della costa del mare norvegese, e il luogo, come a volte accade, diventa fondamentale per l’ispirazione. Una strumentazione studiata e utilizzata per sondare micro tonalità nel coacervo di un contesto piuttosto suggestivo, ottenendo un sorprendente equilibrio tra acustica ed elettronica: Nørstebø costruisce sibili, toni bassi, pulsazioni di ritorno e microregolazioni fisiche e Lecher programma e processa in tempo reale producendo sonorità che si accordano con molta attenzione alle fonti lasciando inalterate le frequenze del trombone amplificato, in modo da ottenere un impasto raffinato che esalta la componente dialettica. Al tutto si aggiungono le registrazioni ambientali dell’isola e il suono della wind arp della Rokseth, uno strumento di diciannove corde che quando viene tenuto ad angolo nella giusta quantità di vento inizia a diffondere tonalità spettrali.
Quattro tracce dove le micro tonalità e i sottili fraseggi sonori costruiscono un substrato isolazionista e aperto sul quale si snodano panorami elettroacustici intensi che duettano cupamente con la rarefazione e l’ambiente naturale circostante. Un timbrica ibrida che scorre tra i sottili balbetti ingrossandosi negli incastri e dialoghi unisoni penetranti. Mirabile come la composizione meditata sappia avvolgere senza compiacere, marcando una distanza naturalistica e vitale per il suono: una poesia naturale che parla di territori desolati che attraggono con magnetismo poetico. Suggestione che si apprezza ancora meglio in una traccia come Inside Elements, che coinvolge anche Aksel Johansen, un ottantenne abitante dell’isola, che intona una tradizionale canzone sula accompagnato dalla ritmicità metaforica dell’infrangersi delle onde, sviluppandosi poi in una partitura per elettronica rarefatta, corde abuliche, field recording e profondi tratteggiamenti bassi. Il tutto gestito con una naturalezza discorsiva encomiabile.
Un discorso che, come racconta la leggenda del nome dell’isola, “sorge dall’oceano” e affascina lentamente.

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