Great Lake Swimmers – Ongiara (Nettwerk, 2007)

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Sempre in sordina, e non poteva essere altrimenti, i "nuotatori del grande lago" mi sono sempre piaciuti, sarà per il nome che rimanda un po' all'immaginario dei grandi laghi di montagna del Canada, a qualche vecchio film dove tuffarsi dalla rupe più alta rappresentava una sorta di iniziazione per l'adolescente di turno. Specchi d'acqua verdi ed estati indimenticabili. Pochi gruppi, senza inventare nulla, ti mettono nostalgia come i Great Lake Swimmers. Come solo i dischi minori sanno fare. Ongiara è già il terzo album, il gruppo ama registrare i suoi lavori in fattorie o chiese abbandonate; posti che sfruttano al massimo echi o riverberi naturali. Il mood è manco a dirlo molto lento introspettivo, lontano dai fragori e dei nuovi trend musicali e poco rappresentativo pure della scena indie canadese. Un folk spirituale in stato di grazia. I riferimenti sono quelli di mille altri gruppi, si parte da Nick Drake per arrivare a certi suoni evanescenti stile Red House Painters. Con in più tutto il bagaglio della tradizione folk americana. Come spesso accade in questi casi, dietro una sigla si nasconde una persona con un sensibilità speciale che, stavolta, risponde la nome di Tony Dekker. La sua voce è sentita e sussurrata come poche e riesce ad aggiungere un tocco particolare specie nei brani più scarni (Backstage With The Modern Dancers o Passenger Song sono due canzoni meravigliose che danno pieno spazio al cantato di Tony). Se volente cominciare ad ascoltarli, potete partire benissimo da qui visto che Ongiara, pur essendo sotto un disco decisamente sotto le righe, vola alto come il falco in copertina.
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