Gioventù Bruciata – S/T (Brigadisco, 2014)

gioventubruciata

I Gioventù Bruciata di Formia sono un calcio in culo (“col fischio o senza?”) che torna a percuoterci le nostre parti basse dopo qualche anno di silenzio. Sono la band di Simone Lucciola, il boss della fanza (cartacea e web) Lamette (forse oggi defunta), ma soprattutto uno dei migliori disegnatori italiani su piazza. Un talento con le matite e i pennarelli che si può ammirare anche sulla copertina di questo vinile omonimo di grezzissimo punk-hardcore italiano, che raccoglie – risuonati – quasi tutti i brani che hanno scritto la piccola grande leggenda di questa band, più qualche inedito e un paio di cover.
Punk alla romana, verrebbe da dire, anche se Formia è a qualche chilometro dalla Capitale e qui si respira tutta l’aria della provincia più fetida e claustrofobica. Ma è pur vero che sentendo i 16 brani racchiusi in questo pezzo di vinile-da-avere-a-tutti-i-costi non può non venire alla mente gentaglia come i Bloody Riot (Gioventù Bruciata è un loro pezzo storico e i nostri la risuonano proprio in chiusura dell’album insieme al mitico Roberto Perciballi) e i Colonna Infame Skinhead. Stessa attitudine nichilista (niente anarcho-punk o hardcore “positivo”, grazie), urla furenti, un cantato monotono e carico di rabbia, linee melodiche pressoché inesistenti, tentazioni oi! vomitate con furia hardcore: insomma 16 pezzi uno via l’altro che sanno di suoni metallici e voci cartavetrate. Canzoni come Formia, dove i nostri ci raccontano cosa vuol dire nascere e vivere alla periferia dell’impero (romano), Odio tutti, che in parte recupera un po’ di melodia e Depressiva, senza compromessi come i grandissimi Fear, sono manifesti di ignoranza purissima da mandare a memoria. Uno dei fulcri del disco a mio parare resta però il brano Sessantotto merda, che sembra scritto sul solco dei due numi tutelari citati poc’anzi: i Bloody Riot di Io Odio I Frikkettoni e i Colonna Infame di Eroe Del 68. Una linea di demarcazione fra il 77 e i favolosi Anni Sessanta che ci ricorda per quale motivo, a un certo punto della nostra vita abbiamo deciso di diventare punk.