Gianluca Becuzzi AKA Kinetix: Out Of The Limbo

Anche Gianluca Becuzzi/Kinetix, come altri di cui abbiamo parlato in precedenza, muovendosi spesso senza il supporto delle riviste specializzate (soprattutto agli inizi), nel corso degli anni si è guadagnato una buona credibilità fatta disco dopo disco… “brick by brick” come avrebbe detto quel tizio. Qualcuno se lo ricorderà impegnato nei Limbo o lo associerà in automatico al rigore ed alla “freddezza” dei dischi solisti come Kinetix, ma visti i risultati melodici ottenuti nelle recenti collaborazioni con Fabio Orsi, direi che sia nuovamente tempo di cambiare le carte in tavola e di pensare che non si tratti solo ed esclusivamente di “sound art” o di elettronica “difficile”. Oltre ad essere stato stampato a più riprese dalla Small Voices, in duo con Orsi questo toscano è approdato oltreoceano sull’americanissima Digitalis (http://www.digitalisindustries.com) che in catalogo ha gente come Volcano The Bear e Cristina Carter (per altro, non paga di avere due italiani in catalogo, pare essersi lanciata a pesce nella stampa del trio che coinvolge Hue, Maurizio Bianchi e Fhievel). Come avrete modo di leggere nell’intervista, Becuzzi sembra più che mai attivo essendo oltretutto coinvolto in prima persona nell’organizzazione del festival Piombino eXperimenta (http://www.piombinoexperimenta.it). Per tutto il resto credo che le parole di Gianluca ed i suoi dischi siano molto più espliciti di qualsiasi ulteriore tentativo di inquadramento, mi limiterei semplicemente ad aggiungere che si tratti più che mai di “elettronica ad ampio raggio”.

SODAPOP: Partiamo dal principio, come hai iniziato? Prima Kinetix e poi perché sei diventato Gianluca Becuzzi?
GIANLUCA: Ho Iniziato a Firenze negli anni ’80, quando ero uno studente d’arte. All’epoca suonavo post-punk, industrial e cose di questo genere. Tra ’80 e ’90 ho pubblicato diversi album con svariati denominativi fino a quando nel 1999 ho virato verso forme più sperimentali adottando il moniker Kinetix. La differenza sostanziale tra i quattro CD pubblicati come Kinetix (Selected E_missions 2004, White Rooms 2005, Gestaltsystem01::Possible Forms:: 2006 e Re-Worked Materials 2007) e Memory Makes Noise, uscito lo scorso anno a mio nome, è da ricercarsi nella diversa scelta delle fonti sonore adottate. Kinetix è un progetto elettronico basato sul digital sound processing, con il mio nome anagrafico produco invece lavori di natura elettroacustica nei quali, per elaborare le composizioni, utilizzo field-recordings, manipolazione di oggetti e strumenti acustici. L’impronta sperimentale e l’attitudine minimale rimangono però una caratteristica comune a tutta la mia produzione sonora, una sorta di “marchio di fabbrica” ben riconoscibile.

SODAPOP: Sembra che ultimamente la stampa specializzata si sia accorta di te e di Fabio Orsi quasi all’improvviso o sbaglio? Vivendo tu per buon parte dell’anno a Berlino come percepisci il circuito musicale da “Italietta” rispetto a quello “crucco”?
GIANLUCA: Sì è vero, quella attuale è una fase decisamente positiva per la mia attività creativa. Produco molto e i consensi critici sono pressoché unanimi. Mi piace pensare che questo sia il frutto, da una parte, della mia appassionata perseveranza, dall’altra, della maturità espressiva conquistata negli anni. Del resto sono io per primo ad essere più soddisfatto dei risultati artistici attuali rispetto a quelli ottenuti in passato. Per Fabio il discorso è diverso, lui è giovane ed è uscito allo scoperto solo recentemente facendo centro fin da subito. La sua fortuna è meritata perché hakinetix3 talento ed è doppia perché non è dovuto sopravvivere al mutare delle stagioni come è accaduto a me. Inoltre, vivere a Berlino, stabilendo contatti diretti con tante realtà diverse, mi ha insegnato che solo chi ha idee forti, autonome e grande spirito di dedizione nei confronti del proprio lavoro riesce ad ottenere risultati importanti. Al contrario, “fare l’artista perché è figo”, nei tempi morti tra un esame universitario e l’altro, non porta da nessuna parte. In questo senso la differenza, come sempre, la fanno gli individui, non le nazioni.

SODAPOP: Tu hai iniziato con i Limbo se ben ricordo, puoi parlarci degli albori?
GIANLUCA: Limbo è stato il mio primo progetto musicale, è vero. Gli anni ’80 erano appena iniziati e io mi trovavo a Firenze, una città che all’epoca rappresentava una sorta di “mecca della new wave italiana”. In quei giorni si respirava un’atmosfera carica di grande fermento ed entusiasmo collettivo. Fu in quello stimolante contesto che iniziai a suonare dando vita, in compagnia di due amici, alla prima formazione di Limbo. Grazie al nastro che ci autoproducemmo nell’84 trovammo il primo contratto discografico concretizzatosi nella pubblicazione del mini-Lp In Limbo uscito nel Febbraio del 1986. Da quel momento in poi è stato un continuo succedersi di line-up, etichette, concerti e dischi. In seguito quello stesso movimento, negli anni ’80 così vitale e creativo, si è progressivamente ridotto ad essere una parrocchietta nostalgico-manierista, una prigione dalla quale evadere. Comunque, per temperamento, sono più portato a pensare al presente e al futuro, il passato è passato e resta la’ dove lo abbiamo lasciato. Ogni tanto salta fuori qualcuno che mi chiede di ristampare alcuni vecchi titoli di Limbo, io dico sempre di sì, basta che se ne occupino loro, io ho altro da fare… Per quanto mi riguarda, già da svariati anni, Limbo & Co. sono archiviati sotto la voce “opera giovanile”.

SODAPOP: Tu e Orsi avete sviluppato tanto lavoro da fare due dischi o il disco su Digitalis Industries è arrivato come conseguenza di quello su A Silent Place?
GIANLUCA: Io e Fabio siamo estremamente produttivi ma non arriviamo a comporre e pubblicare un doppio CD in soli tre mesi. Ovviamente Muddy Speaking Ghosts Through My Machines (uscito per A Silent Place nel Dicembre 2006) e The Stones Know Everything (edito da Digitalis Industries nel Febbraio 2007) erano stati preparati in precedenza.

SODAPOP: I CD con Orsi mi sembrano molto più “caldi” rispetto ai tuoi lavori solisti che credo siano di più difficile fruizione, questo è dovuto all’idea base della collaborazione o al fatto che non vuoi dare un’impronta troppo forte a lavori diversi ?
GIANLUCA: A mio modo di vedere le composizioni realizzate in collaborazione con altri artisti rappresentano l’occasione ideale per esplorare dimensioni estetiche diverse da quelle già sperimentate individualmente. Imbastire un lavoro a quattro mani e due teste non avrebbe senso se uno dei due soggetti fagocitasse lo spazio creativo dell’altro. Per questo motivo i lavori con Fabio sono diversi, decisamente più melodici e immediati, rispetto a quelli che ho pubblicato come solista. In questi ultimi emerge, con maggiore evidenza, la mia attitudine sperimentale e onestamente, trovo questa varietà positiva e stimolante, tanto per me, quanto, immagino, per gli ascoltatori. Ultimamente ho collaborato anche con Claudio Rocchetti (noto per i suoi lavori in solo e come membro dei 3/4 Had Been Eliminated) e con Luigi Turra (un giovane talento emergente della scena avant nazionale) componendo materiali ulteriormente diversi rispetto a tutto ciò che ho fino ad oggi pubblicato a riprova di quanto appena detto. Relazionarsi agli altri in maniera aperta e dinamica, senza regole e ruoli precostituiti, è un bell’esercizio mentale utile alla crescita artistica e umana di un individuo.

SODAPOP: kinetix2Come riesci a conciliare la tua attività musicale con il tuo lavoro? Per altro mi dicevi che vivi per una parte dell’anno a Berlino e per la restante in Italia, immagino che in qualche modo influisca sul tuo modo di suonare.
GIANLUCA: Il bilanciamento tra lavoro e attività artistica è necessario dal momento che i soli guadagni derivanti dalla musica non sono sufficienti a garantirmi la sopravvivenza. Ovviamente, in questo caso, è essenziale scegliere un’attività lavorativa che non assorba tutto il tempo e le energie. Non sono certo l’unico a dover affrontare questo problema e in fin dei conti credo che porre la propria produzione artistica in una posizione autonoma rispetto alle necessità economiche possa garantire una libertà creativa diversamente esposta al rischio costante del compromesso con le regole di mercato. Questo vale tanto per i periodi nei quali vivo in Italia quanto per quelli nei quali mi trovo a Berlino. Ovunque vada porto con me il mio laptop e un paio di microfoni, la strumentazione minima per poter comporre sempre e comunque. Va poi da se che una città ricca di storia e cultura come Berlino induca umori e riflessioni speciali che possono riflettersi nella produzione artistica di chi la vive con una certa partecipazione.

SODAPOP: …C’è chi pensa che “produzione artistica” non sempre abbia a che fare con “urgenza espressiva”.
GIANLUCA: Questo riguarda le motivazioni dei singoli artisti in relazione al proprio operare. Non credo però che “l’urgenza espressiva”, da sola, sia sufficiente a garantire la qualità del risultato finale, se questo è quello che intendevi suggerire con la tua affermazione. Sono convinto, invece, che l’atto del dare “forma compiuta” a un’intenzione espressiva comporta un processo estremamente complesso nel quale, di caso in caso, possono entrare in gioco una molteplicità di elementi e ragioni tra loro diversi. Qualche cosa di difficilmente riconducibile ad un unico fattore generativo.

SODAPOP: Sei coinvolto direttamente nell’organizzazione di “eXperimenta” a Piombino. Puoi parlare del progetto raccontandoci come è stato possibile organizzarlo e dell’edizione di quest’anno?
GIANLUCA: Molto volentieri. “Piombino eXperimenta: International Sound Art Meeting” nasce per dare forma a un sogno mio e del mio amico Marco Formaioni: realizzare nella nostra città natale una rassegna di musiche sperimentali, installazioni sonore e live performance. Dando prova di grande coraggio e lungimiranza l’amministrazione locale, nella persona dell’assessore alle politiche culturali Ovidio Dell’Omodarme, ci ha dato il proprio appoggio fin da subito, cosichè, nell’estate del 2005, è stata organizzata la prima edizione di eXperimenta. Lo scorso anno la manifestazione è cresciuta, sia in termini di proposta artistica, che sotto il profilo della partecipazione pubblica, consentendoci di formulare un programma prestigioso come quello che andiamo a presentare con PX3, in svolgimento nella settimana compresa tra 25 Agosto e 1 Settembre prossimi. Gli artisti di questa terza edizione sono: Christina Kubisch, Ellen Fullman, Cellule d’intervention Metamkine, Z’ev, Ironikocontemporaneo, Dubravka Vidovic, Vittore Baroni, il sottoscritto in duo con Fabio Orsi, Patrick Fassiotti e Xavier Iriondo, Luigi Turra, Antonio Della Marina, Pietro Riparbelli, Radical Matters, Bad Sector, Gruppo Labùn e moti altri ancora. In cartellone: installazioni, live-set, Spettacoli di teatro e danza contemporanea, workshop, stand di vendita CD/DVD/Books a cura di Microsuoni, Cramps e Small Voices. Inoltre, dopo averci aiutato e sostenuto fin dalla prima edizione, da quest’anno, divide con me gli oneri e gli onori della direzione artistica l’amico Nicola Catalano. Dunque, per fine Agosto, siete tutti invitati a Piombino.

SODAPOP: Chiuderei con un classicissimo…usicte a breve, progetti per il futuro.
GIANLUCA: Questa estate parteciperò a due festival: “Signal” e “Strade Bianche”, oltre a “giocare in casa” con PX3, naturalmente. In Autunno l’etichetta statunitense Last Visible Dog pubblicherà Wild Flowers Under The Sofa, il terzo lavoro composto a quattro mani con Fabio Orsi. Entro l’anno dovrebbe uscire anche NotteRossa/RedNight, la ristampa di un titolo TRAX (l’etichetta degli ’80) nella quale compare una lunga suite che ho specificamente composto per l’occasione. C’è inoltre un nuovo titolo a mia firma, [In]visible Fields, del quale sto trattando in questi giorni la pubblicazione, oltre a una serie di album a doppia firma tra i quali figurano quelli precedentemente citati con Claudio Rocchetti e Luigi Turra. Come produttore del suono ho invece lavorato a Find Electronica di Fabio Orsi e Enso di Luigi Turra, entrambi di prossima pubblicazione. Continuo infine a produrre installazioni, performance e musiche per eventi teatrali, in questo ambito mi piace segnalare un’interessante collaborazione recentemente avviatasi con il videoartista Francesco Arena. nel prossimo futuro mi piacerebbe concentrarmi maggiormente sui live set, attività alla quale ultimamente mi sono dedicato solo sporadicamente. Chi fosse interessato può contattarmi ai miei soliti indirizzi.