Gerda – Cosa Dico Quando Non Parlo (Shove/Wallace/Donna Bavosa/Concubine/Sons Of Vesta, 2007)

Avevamo lasciato i Gerda ad un buon esordio e li ritroviamo riveduti e più calibrati anche al giro di boa. Questo disco che da un lato vede Wallace e dall’altro tutta una serie di etichette hardcore più o meno conosciute regala una bella mina di d.i.y. intelligente. Se gli anconetani del debutto potevano essere identificati da un blocco di cemento impastato fra nichilismo e violenza, a questo giro spingono ulteriormente sulla depressione pur non perdendo l’aggressività.
Il risultato si inserisce decisamente nel circuito screamo più evoluto ma da un altra porspettiva, vuoi per il modo di suonare del gruppo, vuoi per la produzione più che perfetta di Magistrali, a tratti sfocia in quello che un tempo sarebbe stato noise bell’e buono come ad esempio sarebbero potuti risultare gli ultimi Amber Inn ad un orecchio poco allenato. Depressione quindi, perché nonostante tutto questo kaos spesso le melodie e gli arpeggi mi sembra che si distinguano meglio e nonostante ciò parliamo di un lavoro molto coeso. Di sicuro la fisionomia del gruppo non risulta per nulla stravolta, anzi, come diceva Biafra: “if you liked Vietnam… you’ll love Nicaragua!” e questo disco non vi deluderà di certo. C’è da dire che per quanto riguarda la caciara, i Gerda non si negano veramente nulla e quando decidono di alzarla fanno un troiaio mostruoso, anche in questo direi che il tutto sia fatto davvero bene, tanto che non parlerei di casino ma di kaos molto ben organizzato (forse anche lì sta un netto miglioramento dal disco di esordio), oltre a metterci una carica di tensione devastante questa volta si sono risusciti a dare un regolata e a variare maggiormente i pezzi. Alcune traccie sono davvero notevoli, sia per i riff che per come sono dosati, pur non c’entrando nulla con i Gerda, alcune caratteristiche mi ricordano uno dei gruppi più sottovalutati degli anni ’90 ovvero i Groundwork, gente che ai tempi di dell’lp riuscì ad essere sbavata ma non per questo priva di melodia. Se i Nerorgasmo fossero ancora vivi oltre che essere fieri di alcuni loro epigoni come gli Havoc, sarebbero felici di vedere che per quanto si sia evoluto, l’hardcore trova sempre una serbatoio inesauribile di iperdepressi in crisi isterica. Per quanto mi riguarda sono un gruppo in piena forma.