Father Murphy – Brigadisco’s Cave #6 (Brigadisco, 2011)

Date le derive che sta prendendo, non da oggi, la società, è plausibile pensare che certi ambiti verranno ad assumere funzioni che prima appartenevano ad altri. Praticamente da sempre la musica, almeno certa musica, porta con sé afflati spirituali, che si incarnano in canzoni di lode in chiave pop di certi artisti più o meno ortodossi, o in psichedeliche cavalcate di qualche musicista neo-pagano o orientaleggiante. In questo ampissimo ambito, i Father Murphy fanno categoria a sé.
I tre veneti spingono il discorso ancora più in là: il tema spirituale è chiaramente presente, ben esplicato dai testi, ma il termine più adatto a descrivere la loro musica è “liturgico”, un termine certamente scomodo in tempi in cui alle religioni si chiede autonomia dagli schemi e dalle gerarchie. Non che i Father Murphy siano chierici di qualche chiesa, ma la loro musica trasmette un senso di stoica disciplina che contrasta coi sincretismi libertari di oggi, proponendo una visione di austerità quasi monastica, per quanto probabilmente eretica (ammetto di aver da sempre trovato i loro testi di difficile interpretazione). Spiritualità e disciplina: riuscite a pensare a qualcosa di più fuori moda? Tutto questo, che nei dischi si intuisce bene, dal vivo vi apparirà lampante, grazie a esibizioni che sono percorsi espiatori, crude rappresentazioni che non cedono mai al compiacimento e che sanno trasfigurare in raccolti eremi anche i luoghi più freddi (non è comunque il caso della Brigadisco Cave, un antica grotta/frantoio dalla particolarissima acustica). Quello che ci si domanda a questo punto è se una simile atmosfera possa essere catturata su disco live. Beh, la risposta è impietosa, oltre che scontata, il che non vuol dire che questo non sia comunque un buon album, che ripropone quasi per intero l’ultimo EP (rimane fuori solo la cover di Leonard Cohen) e quattro pezzi da …And He Told Us To Turn The Sun, fornendo versioni diverse rispetto ai dischi, più scarne e dilatate, ulteriormente valorizzate dal particolare ambiente sonoro in cui sono state ottimamente registrate. Al di là del contenuto è notevole l’oggetto in sé, un vinile in tiratura di 400 copie (di cui 111 in vinile colorato) e bella copertina illustrata da Rocco Lombardi e serigrafata a mano. Buono sia per i fan, sia per chi si avvicina al gruppo per la prima volta.