Endless Boogie – Full House Head (No Quarter, 2010)

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Ecco il vero Quaalude musicale dove dovrebbe abbeverarsi il compianto (nel senso di passato a miglior webzine, non a miglior vita 😉 reverendo Andrea Valentini. Les Paul tirata per il collo come se fosse una giumenta a cui far attraversare la frontiera fino all'ultima goccia di sudore. Nessun prigioniero e nessuno sconto: hard blues sferragliante e sbrodolante che paga pegno tanto ai vecchi Stones quanto a Johhny Winter o Sister Double Happiness. Endless Boogie è tuto questo. Lunghe cavalcate lisergiche che variano tra gli otto e i dieci minuti dove la regina è la sei corde, perennemente sotto l'occhio di bue, drogatissima e bluseggiante quanto potrebbe esserlo un viaggio nella valle della morte in compagnia di Roky Erickson e Jimmy Page. Perché in fin dei conti di blues elettrico si tratta, distorto, perennemente in bilico tra slide, wah-wah e tube screamer, tanto da ripetere lo stesso riff centinaia di volte, affogandolo dentro jams alcoliche un tantino ridondanti. Ma così deve essere il rock‘n'roll: manicheo machismo per patetiche teste di cazzo. Il frastuno della corrente alternata atto a far dimenticare la vita quotidiana. Dopo quarant'anni continuiamo a tenerlo presente, vi prego. Stronzi arroganti evoluti che non siete altro. Il rock è conservatore, anzi è conserva. Condiamoci la pasta.