Deflore – 2 Degrees Of Separation (Subsound, 2010)

Interessante calcio all’indietro verso le cupe, ma turgide sonorità power dark dei primi anni novanta che portarono (allora) alla ribalta un sottobosco europeo desideroso tanto di ereditare l’urgenza rock di Sister Of Mercy quanto le elucubrazioni di Clock Dva e Nitzer Ebb. Di fatto, il filone power EBM non si è mai assottiliato e proprio dagli annali sopracitati (KK Record, Klinik, Numb ecc) ha mantenuto una ricca e sfaccettata identità fino ad oggi. Proprio per la libertà di interpretazione e la capacità di aderire ad una scena rispetto ad un’altra è davvero difficile avere un prospetto completo delle realtà più interessanti del panorama odierno. A dispetto del nome e della solita copertina post-operatoria, i Deflore (italico duo) non sono affatto privi di buon gusto o della capacità di accattivarsi tanto gli amanti del dark ambient quanto i revivalisti del rock post-industriale inglese (leggi Godflesh e PitchShifter). Inevitabilmente la volontà di esprimere tutto quello che si ha in testa li dirige in una prolissità barocco descrittiva esagerata (mi verrebbe da rispolverare l’assolutorio “cinematici e sognanti”, ma mi trattengo a stento), ma la capacità di ambientarsi dentro mood tanto aggressivi e chitarrosi quanto in sottolineature electro-minimali li sdogana dalla gigantesca (ma sempre blindata) “grey area” del nuovo millennio, rendendoli più digeribili e light (diciamo “dark light”) ai più. Da incoraggiare.