Converge + The Secret + Bologna Violenta + Meteor – 11/06/11 Latte Più (Brescia)

converge_150

Chi c'era sa. Chi non c'era ben difficilmente potrà rendersi conto, attraverso la mia povera prosa, di quello che si è perso. I Converge sono uno degli ultimi gruppi realmente hardcore in circolazione, e questo lo si sapeva, ma quello che è stato questo concerto va ben oltre la musica e lascia trasparire uno spirito che potremmo definire originario, ideale. Sembra retorica ma non lo è: chi c'era sa.
Quello in programma stasera era in realtà un mini festival, coi locali Meteor, Bologna Violenta e i The Secret a fare da valletti all'esibizione degli americani. Arrivando col mio ormai abituale ritardo mi perdo i primi due, di cui posso solo riferire per sentito dire, da fonti comunque attendibili: i Meteor, nella formazione a due che forse non li valorizza al meglio, partono un po' contratti ma crescono alla distanza, una distanza comunque brevissima suonando come di consueto al di sotto del quarto d'ora; Bologna Violenta segue il percorso inverso, partendo forte ma calando, soprattutto nell'attenzione dei presenti, alla distanza. Io arrivo giusto per i The Secret, che dal vivo appaiono lontani dall'immagine di Converge italici che mi ero fatto ascoltando il disco: più sporchi, lenti e metallari, svolgono il loro compito con diligenza, ma senza lasciare un segno particolare, penalizzati anche da suoni non proprio ottimali. Terminata l'esibizione dei triestini, i Converge, senza tante smancerie, salgono sul palco appena conclusa l'esibizione dei converge_latte__bs_2trisestini, attaccano gli strumenti, chiamano il linecheck e partono: siamo subito su un altro pianeta. Bannon, pantaloni corti e giacca della tuta allacciata fino al collo nell'aria già irrespirabile per il calore e l'umidità, non si risparmia fin da subito, svariando su tutto il fronte del palco: strappa cavi del microfono per la disperazione del roadie, riprende la security che contrasta con durezza esagerata con gli stage diver, salta, distribuisce equamente il microfono fra i ragazzi delle prime file. Il carisma che trasmette, mai separato da una buona dose di ironia (impagabile quando sottrae il cappello di paglia a uno spilungone sotto al palco per indossarlo) è cosa rara ed è il carburante che incendia i presenti; io stesso resisto giusto due pezzi nelle retrovie, poi la pulsione di vivere il concerto come si deve mi spinge nel carnaio sotto il palco: finirò stremato, ma ne valeva la pena. Fin qui, me ne rendo conto, non ho ancora speso una parola per la musica; il fatto è che le cose dette finora non sono semplice contorno, ma fanno parte dell'essenza del concerto, insieme al suono che fa da colonna sonora e cementa il rapporto fra gruppo e pubblico. È evidente che i quattro musicisti si stanno divertendo e di conseguenza fanno divertire i tanti sotto al palco. È uno strano divertimento, rabbioso e a suo modo violento, con una scaletta che comprende in prevalenza pezzi di Axe To Fall (chissà che qualcuno non si sia ricreduto su quest'album) e anche se il gruppo è rinomato per i pezzi sparatissimi, Bitter And Then Some e Runaway (dal recente split coi Dropdead) sono qui a converge_latte__bs_1confermarlo, è forse la lenta e sofferta Worms Will Feed/Rats Will Feast che esplica meglio quello che si sta vivendo, l'odore di sudore e di birra che qualcuno ha fatto volare ad altezza d'uomo, le spinte, il lottare per la posizione, ma anche quel senso di solidarietà per cui si aiuta a rialzarsi chiunque cade. Sia che suonino lenti o sia che lo facciano a mille all'ora, i Converge sparano sul pubblico tonnellate di rumore, chitarre metalliche ma mai metal, accreditandosi come l'ultimo gruppo autenticamente hardcore, sia a livello attitudinale che di suono. Il finale arriva con due bis, quando tutti siamo allo stremo ma ne vorremmo autolesionisticamente ancora, consolati comunque dai quattro che si intrattengono a lungo fra il pubblico, a parlare e firmare dischi e magliette. L'ultima immagine della serata è il tourbus del gruppo che passa vicino ai pochi rimasti nei pressi del locale un'ora dopo la fine, strombazzando con Bannon e compagni che salutano dai finestrini. Tutte piccole cose, ma ce ne fossero di persone così. Hardcore is more than music, si diceva una volta…