Christopher Tignor – Core Memory Unwound (Western Vinyl, 2009)

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Ribadisco che la Western Vinyl è una gran bella etichetta e dire che fa molta roba melodica, alcune cose addirittura indie, folk o pop, eppure non date la cosa completamente per scontata perché pur mantenendo la melodia come imperativo categorico con gli ultimi lavori hanno presentato una serie di sorprese non da poco. Se quello che cercate è una conferma, ecco che il buon Tignor vi darà la prova d’amore, e dire che vedendo il piano in copertina ero già pronto a passarlo alla sezione indie-cantautorale di questo sito, ma per fortuna ho avuto lo scrupolo di ascoltarlo e bene che ho fatto. Infatti Core Memory Unwound è un disco sì molto melodico, ma che con l’indie ha ben poco a che fare e tanto meno con folk o cose simili, al più si accosta al folk di rimando come la musica di alcuni compositori minimalisti (a cui invece assomiglia per davvero).
Sarei tentato di menzionare Glass e Riley quando compone cose più morbide ma si tratterebbe comunque di referenti che senz’altro il nostro amico ha assimilato o addirittura studiato, ma qui la vena melodica non è nemmeno trattenuta. In questa serie di nove composizioni, che potremmo anche chiamare canzoni dato che suonano quasi in quel modo, Tignor dimostra di saper usare piano, elettronica e amalgama tutto con un gusto davvero grande, sappiate che mi sono ascoltato parecchie volte questo disco sia guidando che mentre facevo altro e fa davvero quello splendido effetto di sottofondo che per musica del genere è un complimento. Musica contemporanea come colonna sonora della vostra vita? Esssì, e basta pensare che se esce dal conservatorio debba per forza essere una mattonata e basta cercare di essere la brutta copia di Stockhausen, Maderna o chicchessia, si può comporre, fare musica di spessore senza per forza fare venire l’orchite o per contro senza fare dei dischi di merda come Allevi (e mi spiace per voi che vi sbrodolate per ogni ricciolo sulla testa di quel frolloccone). Viole da camera che si sposano a meraviglia con il piano e appunto, composizioni "informali" anche se di spessore, o forse non sono di spessore dato che io non sono capace di leggere uno spartito, ma di certo è musica ispirata e fatta con "el corazon", anzi da questo punto di vista chiamerei in aiuto un altro bel parallelo come The Sea And The Bell dei Rachel’s (per il quale come sempre proporrei la standing ovation). Christopher Tignor non inventa nulla, non ne ha neppure la pretesa, mette insieme una colonna sonora ed una serie di canzoni che si fanno ascoltare e riascoltare con piacere, e nonostante questo riesce a non essere neppure scontato… e bravo il nostro yankee che riporta la melodia al potere senza il minimo forzo (anche se questa forse è solo un’impressione).