Braconidae – Gaslighting (Luce Sia, 2018)

Viene da lontano la storia di Gaslighting, vinile dove Emiliana Voltarel, in arte Braconidae,  concretizza anni di vita e di esperienze, dalla militanza in band dell’area indie e dark torinese (ViolaShiva, Yabanci, Bazalt) a collaborazioni con avanguardisti dell’ex capitale sabauda come Gerstein e DsorDNE; in effetti, per quanto ciò che l’album esprime sia comprensibile ad ogni latitudine, un certo spirito oscuro che emerge dai solchi porta innegabilmente il marchio della città, dei suoi fantasmi, delle sue visioni: il particolare che si fa universale. Ciò è evidentissimo in un pezzo come Time Capsule (non a caso scelto per il video promozionale), che fra synth spettrali, ritmi che echeggiano tribalismi lontani e voci recitate, ci proietta in un’atmosfera crepuscolare e molto cinematografica che ritroveremo spesso nel disco, non disgiunta da un certo spirito pop che rende i brani di buona presa pur non concedendo nulla alla faciloneria. Affini sono Fat & Feeder, eterea e dubbeggiante, con voci sussurrate ad accavallarsi, e la conclusiva Gaslighting, dove dialoghi concitati si alternano a ritmiche serrate, strizzando l’occhio al lato più rumoroso del lavoro. Questo è inaugurato dalla collaborazione con ODRZ in Amygdala, dove il rumore post-industriale del duo milanese è fatto sorprendentemente convivere con melodie sommesse di synth, e trova valida continuazione nel nuovo incontro con Gerstein per l’elettro-industriale Obsessive Similarity e nello scuro strumentale A Short Life, prima lento e inquietante, poi animato da rapidi battiti metallici. Se, tornando all’inizio, pensiamo che il disco viene aperto dalla bellissima Lupercalia, voce, ritmi e synth cosmici che danno forma più a un’evocazione che non a una semplice canzone, ci apparirà chiaramente il quadro di un lavoro sofferto e poetico dove ogni brano è una cartolina con notevole profondità di campo che ferma alla perfezione un attimo, ma sembra farlo, più che per renderlo eterno, per poterlo meglio esorcizzare. Si ascolta con piacere Gaslighting ma appena sotto la superficie si agitano fantasmi col lo rendono un album nient’affatto facile.