Benjamin Finger / Mia Zabelka / John Hegre – Live at Rewire 2018 (Never Anything, 2019)

Ancora un’occasione per apprezzare il gioco di contrasti e la ricerca linguistica di Benjamin Finger di cui già avevamo potuto godere nell’interessante Pleasure-Voltage, coadiuvato da James Plotkin e Mia Zabelka. Ora la Never Anything propone in cassetta il live al Rewire festival di Hague dell’aprile 2018, ma in questo caso, oltre al violino e agli oggetti alieni della Zabelka, troviamo, invece di Plotkin, John Hegre (chitarra e live elctronics), musicista norvegese di lungo corso coinvolto in una quantità infinita di collaborazioni e progetti, come quelli squisitamente noise dei Noxgat e Jazzkammer.
Anche stavolta il focus del suono si muove sintetizzando i contrasti tra una visione glaciale e sinfonica e teorie elegantemente dissonanti che incorporano alterità spaziali e improvvisazioni chitarristiche. Anche se, per la sua fattura live, meno puntuale del lavoro in studio, la ricomposizione delle diverse tensioni risulta molto affascinante. L’interazione mira ad appianare e calibrare la stratificazione lenta dei diversi livelli, muovendosi sempre tra una concezione austera del suono e la concretezza materica, concedendo maggiore campo all’improvvisazione all’interno delle dilatazioni più estese.
Così la prima parte della sessione segna il punto esponendo in maniera ragionata la filosofia di fondo del progetto, concedendo invece alla seconda parte del set la possibilità di esplorare più approfonditamente il suono, ricercando nell’interazione una differenziazione delle dinamiche che convince con un discorso maggiormente brulicante di elettroniche aliene e dissonanze siderali, nel quale studi elettroacustici di droni pulsanti sprofondano in melodie glaciali dal respiro filmico.
Una cassetta che pur non aggiungendo affascina, mettendo in mostra una notevole personalità ed evidenziando quelle basi concettuali che, oltre all’aver generato un gran bel lavoro in studio, risultano piuttosto efficaci anche dal vivo.