Bemydelay – To The Other Side (Boring Machines, 2011)

Ascoltando la prima volta il disco di Bemydelay (al secolo Marcella Riccardi, già Franklin Delano e Blake/E/E/E) mi sono trovato a pensare che fosse il primo disco pop a uscire su Boring Machines. In effetti le cose non stanno proprio così, anche se in confronto a uscite come K11 o Be Invisible Now questa è certamente musica più ascoltabile.
Marcella fa tutto da sola, mettendo accordi in loop, sovraincidendo tracce di chitarra, effettandole, aggiungendo a volte dei battiti regolari e ponendo su tutto la voce, con le sue melodie cantilenanti: il risultato finale si fa apprezzare per la capacità di differenziare canzoni costruite su un’identica struttura, donando a ognuna una differente coloritura: le ruvidità alla Pain Teens scarnificati di You And Me And The Sunshine, il folk ipnotico di What It Feel Like To Be Drowned, impreziosito anche da splendide sfumature vocali, o quello più americano di Mirror. Ma se di primo acchito To The Other Side appare un disco abbastanza facile, un po’ psych-folk, un po’ post rock, circolarità assortite ed echi dei Velvet Underground più malati, con gli ascolti svela profondità che non possono non venire esplorate. Poiché le canzoni sono costruita mediante stratificazioni di suoni, per apprezzarle pienamente bisogna in un certo senso penetrarle, facendosi scavare dentro dal loop, trasportati dal flusso di suoni riverberati ad incontrare le figure archetipiche che abitano i testi. Difficilmente questo esordio sarà un colpo di fulmine, è suono che si muove lento e ciclico, prendendosi tempo e spazio e con queste modalità va fruito: al di là di ogni distinzione di genere, questa è musica sciamanica: lasciatevi incantare.