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Simon Reynolds – Post-Punk 1978-1984 (ISBN, 2007)

Intimidisce, al primo impatto, questo volume di Simon Reynolds. Saranno le più di 700 pagine, saranno i 35 euro del prezzo, sarà il look spartano e asettico (peraltro trademark distintivo e – per quanto mi concerne – molto intrigante della ISBN): qualunque cosa sia, inizialmente è difficile rapportarsi a Post-Punk. È un peccato, perché vinta la timidezza (e trovati i 35 euro da investire) le soddisfazioni che ne derivano sono davvero notevoli. Anzi, anche un po' di più.

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Antonio “Tony Face” Baciocchi – Uscito Vivo Dagli Anni ’80 (NdA Press, 2007)

Acquistato dal sottoscritto con colpevole ritardo, questo libretto è – a priori – consigliato a tutti coloro che hanno minimamente a cuore la storia dell'underground italiano e che amano la prosa "vissuta", quella che ha immediatamente i colori e il sapore del vero.
Tony, per i pochi (spero) che non lo sapessero ancora, è uno dei simboli dell'Italia musicale sotterranea degli ultimi 30 anni: batterista di Chelsea Hotel, Not Moving, Hermits, Lilith e Link Quartet, guru della Face Records, produttore, fanzinaro, organizzatore di concerti/festival/raduni, nonché iniziatore del movimento mod peninsulare. Detto questo, procediamo.

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David Tangye/Graham Wright – How Black Was Our Sabbath (Pan, 2005)

Il titolo e gli strilli sulla copertina promettono succosa ignoranza e lasciano presagire aneddoti da scambiarsi, la sera, di fronte a birre e Barbera superiore. Il fatto è che le promesse solitamente valgono quanto un centimetro di bava di lumaca… poi se sono fatte sulla copertina di un'edizione in brossura di una bio non autorizzata dei Black Sabbath, allora il valore della facenda precipita inesorabilmente. Iniziamo col dire che questo libro dovrebbe (DOVREBBE) esere stato scritto da due roadie della band. Il condizionale è imperativo, perché è chiaro che i due suddetti presunti autori – in realtà – si sono limitati a rilasciare qualche dichiarazione, poi cucita da qualcuno armato di pazienza e nessuna verve rockettara.

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AA.VV. – Bonus Tracks (Mondadori, 2007)

E che cosa c'è da dire? In realtà poco, dato che questa è un'operazione puzzolente tipo quelle delle riviste che d'estate pubblicano il numero con la compilation degli articoli dell'annata… tanto per fare uscire un numero anche quando la gente è in ferie e magari racimolare qualche lira in più.
Solo che a fare la puzzonata stavolta è Rolling Stone Italia, che di soldi proprio non ha bisogno, in più aiutato dalla Mondadori… come dire: inculiamo tutti senza pudore e via.

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