Arg – AnimaLI (Creative Sources, 2008)

arg

Arg è uno degli innumerevoli lavori del nuovo corso della Creative Sources e sono parecchi gli italiani che ne hanno rimpolpato le fila e che hanno seguito Luca Sigurtà, Claudio Rocchetti e Fhievel e gli ultimi due in ordine di apparizione sono Luca Mauri di cui recentemente abbiamo recensito il disco d’esordio e Graziano Lella/ARG. Immagino che il nome del romano per molti suoni completamente sconosciuto, in realtà trattasi di un membro del trio improvvisativo Taxonomy che oltre al suddetto comprende Roberto Fega ed Elio Martuscello.
AnimaLI è la trasposizione sonora di una piece di teatro musicale tratta da Rayuela di Julio Cortazar. Il lavoro è cosparso di campionamenti di voce o di materiali rielaborati anche se propenderei per il fatto che si tratti di una natura di suoni mista. Dopo aver letto che Lella collabora abitualmente con una compagnia teatrale (Psicompompo Teatro) mi verrebbe da fare due più due e da dire che nell’ascoltare il disco si potesse anche immaginare… ed effettivamente potrebbe anche sembrare una colonna sonora per una performance di questo tipo. In realtà forse sarebbe una conclusione un po’ facile dovuta anche al fatto che si tratta di un lavoro che gioca molto sulle pause e su pochi suoni sciorinati a tempo debito e portati fino in fondo al loro potenziale narrativo. Immagino che dopo quest’ultima perla sia anche facile immaginarsi un lavoro a drone, cosa che invece non è, infatti se una natura da improvvisazione elettroacustica c’è, è anche vero che si tratta di un lavoro che credo abbia un’origine molto più ponderata per essere "solo" improvvisato. La conseguenza logica di quanto detto è che ci si trova di fronte ad un cd per lo più molto tranquillo e molto bilanciato in cui silenzi e singoli suoni si alternano in un contesto di musica contemporanea dalle tinte fortemente elettroniche. Anche le tracce pur avendo una cifra stilistica che le lega, a volte sono parecchio diverse anche nelle durate che vanno dal minuto scarso ai nove della penultima, poi si passa dai suoni freddi in stile sonorizzazione fino alla digital-ambient di Filo Di Lana. Un lavoro molto asciutto, piacevole e lo stesso Lella all’interno del disco specifica che si tratta di un disco acusmatico: se seguendo Pierre Schaeffer si tratta di un lavoro che per sua natura è "svincolato dalle proprie cause”, beh, è difficile non immaginarsi invece che questa registrazione sia slegata da un suo contesto "performativo".