Aquarian – S/T (Dufresne, 2006)

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A distanza di breve tempo dalla recensione dello split Dot(.) Mathians la Dufresne ha fatto uscire una versione limitata di Aquarian, un progetto che credo coinvolga come unico membro Stefano Albanese, che in precedenza oltre ad aver militato nei Mathians ha fatto parte dei Fog In The Shell. A scanso di equivoci va premesso che Aquarian ha ben poco a che fare con entrambi i progetti più "rock" del novarese, ma che allo stesso tempo potrebbe essere una buon compromesso fra la psichedelia hard dei Mathians e la melodia dei Fog in the Shell. Il fatto che grazie a Southern Lord, Hydra Head ed anche Ipecac finalmente siano stati recuperati dei pezzi “de core” come Broadrick, Harris, Kevin Martin e soprattutto James Plotkin (quest'ultimo a dire il vero non è mai sparito, semplicemente dev'essere stato risucchiato in un'altra dimensione… anzi, diciamo che c'è caduto dentro e c'è rimasto) ha dato il via ad una progenie di "avant rocker", "post-punker", "filo-stoner" e "industrialisti" deviati che più o meno volontariamente ne hanno seguito le orme. Ed Aquarian nella vasca, soprattutto quella di Broadrick ci annega: il gusto psychedelico e sabbathiano è tutto quello del fondatore dei Godflesh ed oltre a questi (che a dire il vero vengono citati solo sporadicamente) direi più che del buon vecchio Justin ritornano alla mente alcune cose soliste oppure buona parte delle sue opere come Final o altri progetti paralleli. Elettronica quindi? Nì, più che altro direi quello che nei Novanta si era tentato di infilare sotto il cappello dell'isolazionismo (ricordate la doppia compilation su Virgin con "TUTTI"?). Drones p-ossesivi ed allucinogeni, qualche chitarra acustica o completamente “downtuned”, flanger a cascata e fruscio soft che decora quei sibili che sembrano andare avanti in eterno. Se questa era una delle possibili evoluzioni di "piccoli punk che crescono", ben venga! Le ingenuità ci sono anche, la produzione è buona anche se forse un mastering ben fatto poteva patinare il tutto a pennello, ma di gusto ce n'è parecchio. In un momento in cui sotto l'egida del drone viene recuperato di tutto (spesso senza nemmeno saperlo), se Broadrick può riaggiornare Selfless rendendolo indie e chiamandolo Jesu, se i Wolf Eyes possono far eccitare i "dandy" dissotterando scorie industriali/power noise di parecchi anni fa, allora perchè non anche Aquarian? Ancora ruvido ma un buon disco.