Animal Farm Project – S/T (Autoprodotto, 2006)

animalfarm

Indubbiamente originale questo gruppo bolognese che prendendo come muse ispiratrici i Radiohead e i Rage Against The Machine, sa regalarci un lp che non sembra italiano. Ehm! sarebbe un complimento dal momento che non sono affatto nazionalista. Il loro può definirsi un Chemical Rock. Il loro nome si ispira al romanzo di George Orwell, in cui gli animali si rivoltano contro l’uomo. Qui, in questa "fattoria degli animali" i migliori tortellini e la mortadella dei suini emiliani hanno soppiantato le steak dei migliori bovini americani.
La voce di Stefy, la cantante del gruppo, è davvero strepitosa. Ricorda Siouxsie nella capacità d'estensione vocale, anche se questa cavalla di razza della "nostra" fattoria abbandona i nitriti dark per quelli molto più rock e duri dei tempi nostri. Sentire per credere. Ogni brano si differenzia assai dall'altro. Gomma potrebbe essere di P.J.Harvey. Fuck è noise-punk, e non lo dico tanto per dire. Zapping è strumentale e psicadelica e diviente sorprendentemente reggae. Club 48 è un brano prog da brivido che spazia negli anni '70. E poi, a parte i paragoni che vengono sempre spontanei quando si sente un nuovo gruppo, gli Animal Farm Project riescono a inventare un genere e a dare un impronta personale e interessante al loro disco. Certo questo gruppo denota anche una certa schizzofrenia. Ma non chiamate il veterinario, stanno bene così, anche con la sindrome della mucca pazza. Nel loro sito potete assaggiare qualche traccia supervelocizzata in www.animalfarmproject.it. Poi però sarebbe proprio necessario sentire i brani a velocità originale prima che vi schizzi il cervelletto. Questo disco è una terapia. Mi ha fatto tornare voglia di andare a spaccar la notte. Meglio se bolognese. Mamma domani prendo il treno, butta i tortelli nel brodo, che arrivo! Poi telefono a Ivan, che voglio proprio vedere questo gruppo dal vivo.