Anders Vestergaard & Finn Loxbo – I’m Fine With The Swirling Colors (Gikt, 2018)

La collaborazione tra il chitarrista avant svedese Finn Loxbo, attivo in formazioni di spessore come la Fire Orchestra e l’ottimo trio free jazz Dof Life, e il batterista danese Anders Vestergaard, in forze in interessanti progetti come Yes Deer e Laser Nun, comincia nel 2014. Da allora sono state molteplici le occasioni per sperimentare setup estesi di chitarre, elettronica e diversi set di percussioni, ma per il primo disco ufficiale in duo decidono di andare controtendenza e di ridurre l’equipaggiamento al minimo possibile: una chitarra acustica e un rullante collegato a un sistema di feedback analogico. L’obiettivo è quello ottenere un filtro per l’espressione emotiva, e infatti il suono poggia saldamente su un linguaggio freddo e introverso, ma è una resistenza che non si limita a filtrare l’emozionalità, semmai a renderla nella sua complessità comunicativa in modo più sfaccettato.
Arpeggi secchi che richiamano le Ballads di Derek Bailey con taglio semplificato e scostante ma comunque ispirato e larsen minimali a disegnare linee crude e sfondi di frequenze discordanti. Due lunghe improvvisazioni di espressionismo riduzionista dall’andamento spezzato e costantemente appeso al vuoto, dove i suoni interagiscono in modo intelligente con i silenzi che sono la componente importante con cui confrontarsi. Un lavoro a suo modo estremo, intimo e crudo, fatto di dinamiche sinestetiche che parlano un linguaggio subliminale e a tratti impenetrabile, dove spuntano brusche enunciazioni e rari frammenti di fragilità a illuminare l’introspezione preponderante.
Un discorso al limite e continuamente infranto che riesce a essere suggestivo e in alcuni momenti persino toccante. Molto bene.