Amklon – Collision Of Absolutes (Boring Machines, 2016)

Sapere che nel progetto Amklon sono coinvolti Sergio Albano (Grizzly Imploded, Drowning In Wood, Monte Ossa) e il musicista elettronico Giuseppe Mascia è nella migliore delle ipotesi poco significativo, nella peggiore fuorviante. Questo perché Collision Of Absolutes, disco d’esordio del duo, è un punto di partenza che ha legami esilissimi con quanto prodotto in precedenza e guarda invece in là, nello spazio e nel tempo. Le parole del titolo sono estrapolata da L’Esegesi di Philip K. Dick, per la precisione da un brano dove si parla di come la bellezza assoluta nasca dal doloroso rimodellarsi di ciò che perfetto non è: un indizio importante, ma non risolutivo. Ascoltiamo. Collision Of Absolutes è musica in cortocircuito temporale che parla con poco ortodosse chitarre in alluminio e moderne apparecchiature elettroniche attraverso amplificatori degli anni ’70; già dalle prime note le atmosfere sono chiare: siamo teletrasportati (Transfer) in realtà lontane ma precise – gli anelli di Saturno (Rings), una lontana galassia (GNZ-11), una luna sconosciuta (Moon Omega) – da dove la storia inizia. Non è musica da viaggio quella degli Amklon, non ci si può lasciare andare, perdersi; bisogna stare ben attenti, presenti a sé stessi. Le voci sinistramente esoteriche, i battiti che si riverberano in spazi freddi e vuoti, gli stridori che rivelano l’anima metallica delle sei corde, gli sfrigolii elettronici, non si limitano a creare ambientazioni urbane futuribili ma struttura una narrazione noir dove l’ascoltatore stesso è immerso e partecipe della vicenda (Escape). Collision Of Absolutes è un Blade Runner girato da Polanski in 3D, generi noti in combinazioni e forme nuove, dove la forma è più che mai sostanza. È questo a cui alludeva Dick? Purtroppo il tempo concessoci è poco – appena 25 minuti – e non basta per dare una risposta definitiva. Rimaniamo con la voglia di ripartire, a nostro rischio e pericolo.