Aidan Baker – Dog Fox Gone To Ground (Afe, 2006)

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Grande Aidan Baker! Per stare dietro alle sue uscite, ai progetti in cui è coinvolto ed alla sua produzione letteraria spero quanto meno che abbia un elfo che lo aiuti oppure mi verrebbe da pensare che molto più semplicemente soffra di insonnia.
Tranquilli, non si tratta di un parente di quel Boris crucco tennista imbattibile degli anni ’80, ma di un canadese, quindi: alci, giubbe rosse, Voivod e se va bene SNFU e Nomeansno (lo so ci sono anche Subhumans, GY!BE, Constellation etc…ma ci tengo a farvi vedere che sono “imparato”). Segnatevi questo cognome che suona tanto teutonico perché si tratta del muletto che traina anche i post-godfleshiani (ottimi) Nadja e i fricchettonissimi Arc (no, non quelli di It Takes A Fool To Remain Sane). Se vi state domandano se ci sia una continuità in tutti i progetti di cui fa parte, la risposta è decisamente sì, soprattutto per ciò che concerne melodie depresse, atmosfere invernali, ambientazioni post-industriali e uso molto equilibrato dei drones. Dog Fox Gone to Ground a parer mio riesce a mantenere un’intensità considerevole in tutte e cinque le tracce di cui si compone e che ci crediate o no, come riportato nelle note di copertina, semplicemente utilizzando una chitarra acustica e senza sovraincisioni di alcun tipo. Neo psichedelica e gusto che si sprecano, loop e delay usati con disciplina proprio come Broadrick o Gira quando dettavano legge. Probabilmente dopo aver letto tutte queste citazioni da incubo vi immaginerete un disco “pesante”… ed invece tutto sommato la qualità di alcune sue tracce sta proprio nell’uso circolare della melodia… uso circolare come “la respirazione circolare” degli hippie nei documentari su Woodstock. Ruvido e registrato in modo poco chiaro, se fosse stato un altro circuito sarebbe senz’altro scappato un bel “lo-fi”… ciò non cambia nulla e resta di un’intensità notevole. Palla del match per Baker… Boris is gail!