Abstracter – Wound Empire (Fragile Branch/Vendetta/7Degrees/Shove/Sentient Ruin/An Out/COF, 2015)

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Gli italoamericani Abstracter sono di stanza ad Oakland ed arrivano dopo qualche anno a pubblicare il secondo disco: con i suoi quattro brani tutti attorno alla decina di minuti Wound Empire mostra i muscoli e non fa prigionieri, mantenendo le promesse dell’esordio e facendo decisi passi avanti.  Fin dal primo pezzo il suono viene declinato con molta abilità come una miscela di hardcore/crust, black metal e doom/sludge che ha subito effetto: atmosfere nere come la notte, chitarre dal rifferama ora lento, ora sospeso nell’attesa dell’accelerata, voce roca, filtrata e urlata e sezione ritmica di tutto rispetto. I pezzi sono complessi e al loro interno variano con molto gusto, il vortice sonoro è assicurato e l’incrocio dei generi musicali è riuscito, ma ciò non stupisce affatto: è proprio tra i labili confini delle musiche estreme che si trovano i dischi “pesanti” più interessanti. Wound Empire esce in digitale, cassetta, cd o vinile in vari colori: avete l’imbarazzo della scelta, anche grazie a diverse etichette che si sono sobbarcate le stampe dei diversi formati; grafiche curatissime molto belle e mastering di Brad Boatright (From Ashes Rise) completano una uscita notevole.