AA.VV. – Ten Years Of Secret Mixtapes Kept Under My Bed (Under My Bed, 2011)

Dieci anni di Under My Bed… a parte i ricordi e un po’ di malinconia data dal passare degli anni, c’è qui una bella compilation che celebra la ricorrenza nel migliore dei modi per una etichetta: con la musica. Stefano e Marco hanno raccolto brani di musicisti più o meno nell’orbita dell’etichetta e comunque allineati con il mood della Under My Bed. Apre Onq con La Confessione Di Lato, già in Canzoni Tutte Uguali, qui nella “UMB Edit”: difficile azzeccare una apertura migliore di questa, con il nostro impegnato in un pezzo cristallino con un teso crescendo che ci fa ancora una volta rimpiangere il suo prematuro abbandono delle scene. Segue un’altra canzone in odore dei fratelli Adams (Hood), ad opera di Lebenswelt, solista partenopeo che scopro solo adesso; il brano di My Shell è così in odore dei migliori Secret Stars e Codeine da fare arrivare quasi alle lacrime. Dopo questa terna segue il “padrone di casa” My Dear Killer che ci parla di incubi con la sua consueta e sguaiata allegria, seguito da un altro bel pezzo di Baggage Claim (che confesso di non conoscere assolutamente), sempre sulla linea d’onda della musica triste da cameretta. Chiude idealmente il lato A della cassetta (è un CD ma… con la grafica “a cassetta” disegnata da Matteo Uggeri) l’acustica mescolata con l’elettronica di Campofame (Hood medio periodo). Sul lato B aprono i Morose, forse il gruppo invecchiato meno bene di tutti, seguiti da quelli che credo siano gli unici stranieri del lotto, gli Empty Vessel Music, davvero musica da vascello vuoto alla deriva, con tanto di ispirata voce femminile e fisarmonica, non molto distante da Black Heart Procession; Andrea Rottin non mi entusiasma, mentre subito dopo è compito di un bellissimo strumentale dei Father Murphy riportare la raccolta sulla retta via: inquietudine che trasuda da ogni nota, suoni che stridono… Hymn For A Kingdom è un piccolo capolavoro. Prague si scatena con In July, pezzone in stile Centro-matic, una delle canzoni più belle di Alessandro in assoluto; a seguire i Santo Barbaro con una canzone notevole, quasi un aggiornamento agli anni duemila di Ivano Fossati. In chiusura quasi un cameo di Sparkle In Grey, con un bel siparietto malinconico e agrodolce per ukelele, acustica e violino.
Sembra davvero che tutti abbiano dato il meglio del loro meglio per questa raccolta ed i risultati si vedono eccome: un altro disco che sarebbe davvero un peccato lasciare sotto al letto.