Panamerican - S/T (Kranky, 1998)

Nonostante sia arduo capirlo dalle note interne molto scarne in vero stile Kranky, questo disco è l'ultimo capitolo della saga Labradford, il cui autore è Panamerican alias Mark Nelson, chitarrista della band di Richmond; come ogni debutto solista ci si trova alle prese con il problema di cercare di non riproporre suoni ed atmosfere già ascoltati nel progetto principale, o quantomeno di integrarli con spunti personali che diano un significato all'uscita del disco. Il risultato ottenuto è senza dubbio notevole: elementi noti del gruppo d'origine sono abilmente miscelati con le influenze personali del musicista, la più evidente delle quali è il dub giamaicano di metà settanta, la più autentica riscoperta musicale di questi anni, infatti la maggior parte degli artisti al confine tra rock e sperimentazione citano Lee Perry e King Tubby come modelli (tra questi anche Tortoise). Il disco si sviluppa in otto composizioni, che alternano momenti desolati fino all'isolazionismo, come la finale Lake Supplies, a brani che ritengo siano i migliori, una miscela agrodolce di ritmi, campionati oppure suonati, accompagnati da ipnotico basso con cadenze dub e melodie(!) azzeccate, una su tutte la splendida Tract, che si può ricavare dall'equazione Massive Attack + Labradford + bongos, strumento che si inserisce al meglio nel sound del pezzo, sei minuti che scorrono veloci teletrasportando l'ascoltatore in una ipotetica Giamaica traslata al Polo Nord, rarefazione di emozioni che rasenta la perfezione. In conclusione, questo disco è in alcuni momenti un'apertura più melodica e rilassata delle sonorità d'origine, comunque marcate, ma senza dubbio un esperimento riuscito in pieno, fin d'ora uno dei miei dischi preferiti dell'anno.

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