Oomiaq - Take Keep Go (Autoprodotto, 2004)

Folle operazione a metà strada tra una nouvelle vague del french pop cantata da bambini e un lo-fi astratto a tratti quasi candidamente assurdo. Oomiaq scrive in uno stentato italiano che ha registrato questo disco con i suoi amici nel loro paese del sud della Francia. L'audio-storia, come la definisce lui è una specie di narrazione per ambienti più o meno elettronici e acustici interrotti da bambini che parlano, cantano, giocano... Un gioco, una grande ironia, una passione comune per la naivete dell'infanzia perduta me li fa accomunare ai nostri Pecksniff, ma molto più concreti e loungeofili, o agli Ex-Otago, molto più completi negli arrangiamenti e molto meno irruenti. E' difficile trovare riferimenti per una operazione così stramba e poco inquadrabile.
Cercare di estrarre dal sito internet qualche informazione è gara a dir poco stoica. Questa scelta dell'immaginario infantile colpisce in tutto e per tutto l'intera produzione.
Quasi come se nella città governata dai bambini ci fosse uno studio di registrazione in mezzo ad una giungla popolata da altri bambini... Insomma senza lasciar perdere il filo logico del recensore bisognerebbe, con uno sforzo creativo e liberatorio, poter semplicemente regredire allo stato di infanti. Da rinnovati bambini probabilmente potremmo godere appieno di questa scatola delle meraviglie piena di giocattoli che è Oomiaq.
Speriamo ardentemente di continuare a sentire parlare di lui/loro.

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