Migala - Restos De Un Incendio (Acuarela/Blue Tears, 2001)

Il disco precedente di Migala si chiamava Arde, brucia, in italiano: il fuoco di quelle canzoni ha fatto sì che la band vendesse dodicimila copie fuori dai confini nazionali e che il loro tour europeo e americano fosse un successo, coronato dalla stampa americana su Sub Pop del disco. Questa volta il titolo è "i resti di un incendio": il disco contiene infatti ciò che resta alla band dei loro tre album in studio e dei cinque anni di attività; non si può dire che questa sia una raccolta, perché i pezzi non sono semplicemente risuonati, ma vengono letti in maniera differente dal passato, riuscendo a evitare totalmente l'idea di già sentito che normalmente affiora in questi casi.
L'aspetto migliore del disco è che, nel dare forma coesa a brani appartenenti a dischi differenti, si è andata perdendo sempre più la traccia delle band ispiratrici del suono Migala, nomi come Black Heart Procession, Arab Strap e molto del rock-folk americano dei novanta: il suono di questo disco è più originale che in passato e l'album è per questo migliore dei precedenti, nonostante sia una riedizione di vecchi brani. La ricetta Migala rimane la stessa: testi lirici ed incisivi, tutti in inglese stavolta, melodie struggenti a base di arpeggi di chitarra e tastiere atmosferiche, coadiuvati da qualche sprazzo di chitarra distorta a sottolineare i momenti di maggiore crescendo emotivo. Condiscono il tutto le voci spagnole registrate in sottofondo che spuntano qua e là a creare un'aurea di magico nei brani.
Queste canzoni erano già notevoli nei dischi precedenti, ma la lunga attività live ha coeso maggiormente le dinamiche all'interno della band, permettendole di trovare quel quid che rende questo disco eccezionale: l'ascolto della sola Aquel Incendio vale molto più delle parole.

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