Anonimo FTP - Vetro (Load Up/Red House, 2002)
Qui di seguito si parla di due dischi italiani completamente diversi tra di loro, ma accomunati dal fatto che, nonostante siano entrambi ben suonati e anche ben prodotti, mi lasciano qualche dubbio.
I Mariposa arrivano al loro secondo disco: dopo Portobello Illusioni ora pubblicano Domino Dorelli, e sebbene lo dichiarino molto differente dal precedente, in realtà non c'è un grande discostamento. L'impostazione della band rimane sempre quella di mescolare certa psichedelia con la musica d'autore italiana: il rock progressivo anni settanta a braccetto con un Conte molto molto ironico. La formula riesce qua e là, soprattutto nella deliziosa Undici La, ma nel complesso la commistione, più amalgamata che nel passato, continua a non convincermi: a parte l'aberrante progetto grafico basato su di una pongoscultura (?), le tematiche trattate con stralunata freakeria nei testi poetico-farseschi arrivano in certi momenti ad innervosire (frasi come "e se il lunedì si trasformasse in un materasso" e "ho diritto ad un ultimo desiderio, mi farò un bidè canticchiando"...); dal punto di vista musicale la marcetta la fa da padrona fin troppo, ed i riferimenti progressivi alla lunga stancano (ma la suite progressiva di Vamps Di Rumore è molto azzeccata). Tirando le somme: buone cose qua e là, ma sulla lunga distanza non mi convincono ancora...
Anonimo FTP si sono fatti notare con un paio di demo ed ora arrivano al loro esordio con l'ottima produzione di David Lenci. Rock italiano indipendente degli anni novanta suonato bene e con gusto, fin qui niente da dire; se non che esiste una band chiamata Afterhours ed il cantante Vince ha una voce identica, pure nelle minime inflessioni, ed i testi sono in pieno stile Manuel Agnelli: immaginate appunto gli Anonimo FTP come degli Afterhours con una vena maggiormente rock-blues. I pezzi di Vetro sono proprio riusciti, con melodie niente male, resta però sempre quel paragone molto ingombrante...
