Knoxville Girls - In A Paper Suit (In The Red/2001)

Sul n.04 di Uoz'Ap? (Aprile '00) mi auguravo in occasione del loro primo omonimo album che le cinque "ragazzine" di Knoxville tornassero sul luogo del misfatto al più presto! Sono stato accontentato ad un anno di distanza o poco più. Il "luogo" è sempre l'etichetta americana In The Red, una delle più ghiotte per chi sostiene e segue il rock non allineato o mainstream che dir si voglia; il "misfatto" che continua ad essere perpetrato in In A Paper Suit è lo sporcare metodicamente (ma potrebbe significare al contrario rivestire di nuova verginità!) country, hillbilly, blues, ovvero le sorgenti imperiture, con l'intreccio deragliante di tre chitarre, Jerry Teel, Kid Congo Powers, Jack Martin, che si scambiano di continuo i ruoli, abbozzano ed intrecciano perfidamente riffs, alternano timbri aggressivi e rilassati; come se "Charlie Feathers avesse i Velvet Underground come backing band...".
Country-No Wave viene definita (forse in maniera scontata!) nel loro sito la musica di questi cinque outsiders che si sono lasciati "apparentemente" alle spalle un passato turbolento. Sono brani che sfuggono a catalogazioni precise In A Paper Suit, Loving Cup, Butcher Knife, Drop Dead Gorgeous, campionario roots-rock che tocca più volte toni vaudeville e grotteschi; strumentali torridi e "viziosi", come Any Reason To Celebrate e 50 Feet High, 50 Feet Down che sembra un'outtake di un album dei Cramps o dei Gun Club per la mano pesante di K.C.Powers, ottimi come soundtrack di una qualche pellicola immersa nella profonda provincia del sud americano. Anche In A Paper Suit si conclude con quella che ha tutta l'aria di essere una jam-session chitarristica frutto di una notte "sconvolta", 5:28. Infine le tastiere di Barry London, che a differenza del primo album sono in bella evidenza, fondamentali per sceneggiare con nitidezza questi flash di un'american way of life che Bush di certo conosce poco, concepiti in motels e stanze d'albergo non di primissimo ordine!

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