Juno

Al suo ritorno a casa dopo il tour europeo, ho fatto qualche domanda ad Arlie Carstens, voce e chitarra di Juno, nonché responsabile dei testi del gruppo. Come già mi era capitato di notare vedendoli dal vivo, il gruppo su DeSoto adotta la consapevolezza del DIY e la voglia di sperimentare della scena di Washington non tralasciando mai la semplicità e la franchezza nei rapporti interpersonali. Su richiesta di Arlie, trovate anche la versione inglese dell'intervista.


Sodapop: Fin dal primo 7" mi sembra che Juno abbiano avuto un buon background musicale. Quali sono state le vostre esperienze musicali precedenti?
Arlie: Sono cresciuto con mio padre e mia sorella; ci muovevamo ogni sei mesi circa per nuove scuole e nuove città nello stato di Washington e delle Hawaii. Mio padre ha lavorato per la stessa orribile compagnia per trentun anni; noi andavamo ovunque la compagnia lo mandasse a lavorare. Crescere in questo modo è stato terribile ma mi ha abituato a muovermi, avere a che fare con gente sempre nuova e a dover affrontare situazioni difficili. Mi ha interessato al mondo; qualunque luogo sembrava normale ed io mi sentivo sempre fuori posto. Ho cercato di diventare una persona rispettosa delle abitudini altrui. Ho cominciato a fare skateboarding perché sembrava divertente e tutti quelli che lo facevano erano pazzi e spericolati come me. Lo skate mi ha portato al punk rock. All'età di circa vent'anni sono diventato letteralmente ossessionato dal punk e da altre forme di musica indipendente. Quando ho cominciato ad andare a concerti punk rock ho incontrato persone della comunità di Washington. Questo mi ha fatto interessare alla scrittura, alla fotografia, ai viaggi e a skate e snowboard. Ho capito che la mia comunità era ovunque.
A quindici anni ho suonato in gruppi hardcore; niente che abbia mai avuto un impatto fuori dalla scena di Washington. Ma mi sono presto annoiato dell'hc convenzionale; non sembrava ci fosse spazio per sperimentare nuove idee e nuovi testi. Così molto lentamente ho imparato a suonare la chitarra; mi sono tenuto lontano da cose come assoli e riff e in generale da tutto ciò che fosse "il modo giusto di suonare la chitarra". Mi sono sempre piaciute guitar band che usano lo strumento in modo non convenzionale; gruppi come Nice Strong Arm, Fugazi, My Bloody Valentine, Lungfish, MC5, eccetera. Prima di Juno ho suonato con un sacco di gente, facendo molti live e pensando alla musica che avrei desiderato fare. Sapevo che non avrei voluto un certo tipo di suono (niente chitarre soliste oppure rock nel senso classico del termine). Volevo qualcosa che suonasse imponente ad avvolgente, qualcosa che trascinasse la mente dell'ascoltatore e lo coinvolgesse sia musicalmente che dal punto di vista dei testi. Volevo qualcosa che fondesse il mio amore per il punk con i miei interessi per la musica ambient e i cantautori. E avrei voluto fare tutto questo con persone simpatiche e divertenti, che fossero interessate a fare lunghi tour.
Gabe, il nostro chitarrista che suona anche organo e tastiere, è cresciuto in Huston, Texas ed in Alaska. I suoi genitori erano hippie del Texas. Attualmente si occupano del nostro sito. Sua madre, Gaynell, ha la responsabilità di averlo fatto diventare musicista - lo ha cresciuto a Pink Floyd e Rolling Stones. A nove anni, si è spostato in una piccola città fuori Seattle chiamata Burien. Da ragazzo è cresciuto ascoltando metal (Judas Priest e Iron Maiden!) ed è passato al punk rock imparando a suonare jazz. In questi giorni ascolta avant jazz e un sacco di post punk (Drive Like Jehu, Fugazi, Hot Snakes, Chavez). Di conseguenza gli piace scrivere un sacco di parti di chitarra angolari e non convenzionali. Jason, l'altro chitarrista, è cresciuto a Twin Falls, Idaho. Ascolta molta ambient e gruppi chitarristici non convenzionali, tutto affogato in riverbero, delay e distorsione. Lui è cresciuto con band come My Bloody Valentine, The Smiths e Swervedriver principalmente, ma gli sono sempre piaciute un sacco cose come Minor Threat e The Dead Kennedys. Ascolta anche vecchio country e bluegrass. Il nostro batterista Greg è cresciuto a Seattle ascoltando un sacco di hardcore e andando a concerti punk. Ora ascolta principalmente post rock e ambient, (Tarentel, Ganger, Talk Talk). Spesso suoniamo con nostri amici al basso, Nick Harmer (Death Cab For Cutie), Nate Mendel (Foo Fighters) e David Broecker (The Prom). Anche loro hanno un background musicale tra il punk e l'indie sperimentale.
Mi fa piacere che tu pensi che abbiamo un buon background musicale, non ci avevo mai pensato prima d'ora. Tutti noi ascoltiamo musica differente e abbiamo influenze diverse, sia musicali che nella vita in generale. Le canzoni sono il prodotto della sperimentazione di queste differenze e del coltivare il nostro sostrato comune; proviamo a creare qualcosa che suoni possibilmente unico e interessante.
S: I testi di Juno parlano principalmente di persone, storie e sentimenti: c'è più fantasia o trai ispirazione dalla vita reale?
A: Le canzoni sono radicate nella vita di persone reali. Ma ho un background nella scrittura e nella letteratura così come sono interessato a raccontare storie di cose che succedono alle persone nella vita reale attorno a me, mi piace anche raccontare storie. Io penso al testo, cantato o recitato, delle canzoni più come una breve storia che come un testo classico di una canzone. Voglio raccontare storie a volte usando solo i fatti e a volte inventando basandomi su fatti e citazioni. Ma voglio anche utilizzare le canzoni come un modo per dare un senso alle cose che accadono nella mia vita e nel mondo attorno a me. Spesso le canzoni riflettono alcuni eventi specifici; a volte i testi sono personali o politici e sociali. Spesso questi elementi differenti collassano all'interno di una canzone, come in Help Is On The Way, o Covered With Hair. A volte le storie diventano una previsione di eventi futuri personali, politici (e anche spirituali), sulla base di situazioni passate o presenti, come in The French Letter. Altre volte le canzoni sono riflessioni complesse su domande a cui solo l'Universo può dare risposta, come in We Slept In Rented Rooms. Nei testi delle canzoni sono inseriti riferimenti alla letteratura, alla storia e personali, che hanno un senso magari solo per me e pochi altri. E' come parlare in pubblico usando un codice segreto. Ma penso che per un sacco di scrittori sia un modo di esprimersi. Per cercare di mantenermi continuamente interessato nello scrivere canzoni devo occuparmi sempre di nuove cose in maniere differenti.
S: A Future Lived In Past Tense è più introspettivo e notturno che This Is The Way It Goes And Goes And Goes, quale sarà la direzione futura della vostra musica?
A: Non penso che nessuno nel gruppo possa rispondere a questa domanda, o ci voglia neanche pensare. Scriviamo canzoni molto lentamente. Per ogni venti idee finiamo forse tre canzoni. Alcune volte scriviamo principalmente canzoni lunghe che avvolgono l'ascoltatore e si sviluppano lentamente (January Arms). Altre volte vogliamo scrivere canzoni che esplodano velocemente e finiscano di colpo (Rodeo Programmers). Non ci sono "tipi" di canzoni di Juno. Proviamo a fare ogni canzone diversa dalla precedente. Cerchiamo di superare l'idea nostra e dell'ascoltatore di quello che può essere una canzone.
La visione che abbiamo del nostro gruppo è che non definiamo cosa siamo o cosa saremo. Cerchiamo invece di scrivere e suonare basandoci su quello che ci ispira e ci stimola, andando avanti nelle nostre vite. Un giorno potremmo scrivere una canzone con solo voce, tubular bells e French horn - sarà sempre una canzone di Juno. Potremmo scrivere un intero album di canzoni con chitarre pesanti. Potremmo scrivere canzoni con solo due di noi a suonare strumenti (come in Up Through The Night). O potremmo avere dieci persone a suonare in un pezzo. Dipende da cosa è appropriato per ogni canzone.
S: Juno mi ha dato l'impressione di essere una live band veramente valida e mi è anche sembrato che vi piaccia fare tour incontrando persone e posti sempre nuovi.
A: Penso che andare in tour sia molto importante per la nostra band intesa come insieme di persone. Essere in un gruppo è meraviglioso, un'unica opportunità per incontrare ogni tipo di persone in differenti contesti sociali, politici ed economici. E' un buon modo per rafforzare il senso della comunità e dell'arte tra persone creative. Mi piace pensare che questo ha fatto di me una persona più saggia e paziente; andare in tour mi ha aiutato a capire sempre più somiglianze e diversità tra le persone. E' una esperienza a volte umiliante, ma in un modo veramente benefico. Da un punto di vista musicale è importante verificare la forza delle canzoni e la reazione del pubblico. Condividere la musica ti fa entrare maggiormente nella vita delle persone. Suonare bene davanti a differenti tipi di pubblico è gratificante; sapere che possiamo mantenere l'interesse del pubblico è un sentimento che ti ricompensa degli sforzi fatti. Dare alle persone qualcosa di cui gioire e ricordarsi è una cosa meravigliosa da fare nella vita. A volte ispira le persone ad essere più creative nelle loro vite.
S: Qual è il futuro di Juno? Pensate di continuare questo binomio disco/tour?
A: Fai questa domanda in un momento appropriato. Siamo stati in tour per gli ultimi sette mesi e adesso stiamo tutti pensando ad avere tempo oltre a quello dedicato ai tour e allo scrivere nuove canzoni. Juno dovrebbe continuare. Ma penso che tutti noi vogliamo avere tempo per fare alcune cose all'esterno della band alle quali non abbiamo finora potuto dedicare molto tempo. Cose come la scrittura, la fotografia e i viaggi. Per i prossimi due mesi siamo molto interessati a lavorare su altri progetti. Ma in verità scrivere canzoni e suonare dal vivo è quello che torneremo a fare quando avremo bisogno di salvarci da noi stessi.
S: DeSoto è una etichetta veramente interessante e dall'esterno sembra più un gruppo di amici che una azienda, questa sensazione è vera? Quali sono i gruppi DeSoto che preferisci? E quali in generale?
A: DeSoto è un'etichetta. Kim e Bill sono i proprietari. Recentemente hanno avuto un figlio e presto fermeranno l'attività dell'etichetta. Hanno preso una buona decisione per se stessi ed il loro bambino; vogliono avere più tempo per fare i genitori. Tutte le band che sono nell'etichetta supportano la loro decisione. Tocca ora alle band DeSoto decidere dove andare. Fortunatamente la transizione sarà facile per tutti.
Mi piace molto il primo album di Burning Airlines, Identikit. J. Robbins è un chitarrista meraviglioso! Mi piacciono alcune canzoni di Emergency And I di Dismemberment Plan. Non ho sentito molto del nuovo album di Shiner ma mi piace molto il loro disco di qualche anno fa, Lula Divinia.
Quali altre bands mi piacciono? Potrebbe essere un elenco molto lungo: Nina Simone, Black Flag, Lungfish, Talk Talk, Prefab Sprout, Neurosis, Fugazi, The Smiths, Crass, Shannon Wright, The Talking Heads, Les Savy Fav, Drive Like Jehu, Hot Snakes, Ted Leo and The Pharmacists, Pitchfork, Red House Painters, Mogwai, Tarentel, Minor Threat, Smart Went Crazy, Arab Strap, Morton Feldman, Swervedriver (i primi), Corrosion Of Conformity, The Most Secret Method, The Afghan Whigs, Rein Sanction, Cat Power, Vic Chesnutt, Johnny Cash, The Beauty Pill, Rites Of Spring, One Last Wish, Nice Strong Arm (!!!), Shellac, Guided By Voices, John Coltrane, Chavez, Brian Eno, Blonde Redhead... La lista potrebbe andare avanti ancora per molto.
S: Ho letto con interesse la tua pagina sul sito di Juno a proposito dell'11 settembre; cosa pensi di New York e della guerra adesso?
A: Appena tornati a casa dal nostro ultimo tour europeo sono tornato a New York per tre settimane per fare visita ad amici. La città sta ancora provando a riprendersi dagli attacchi; penso che ci metterà parecchi anni. Molte persone avranno ancora stress e depressioni dovuti a ciò per molto tempo. La qualità dell'aria in città è ancora terribile; una polvere sottile di agenti chimici e materiale degli edifici è ancora trasportata dal vento facendo star male i visitatori. La popolazione si è abituata a tossire e strofinarsi gli occhi in continuazione. Le foto dei dispersi continuano ad essere sui muri degli edifici e nelle cabine del telefono. Molte vittime non sono state trovate o identificate. Ma in generale la gente sta tornando alle proprie vite, cercando di fare quello che possono per aiutarsi l'un l'altro e ricostruire la loro città.
Per quanto riguarda la guerra penso sia disastrosa. Anche se comprendo cosa ha motivato gli Stati Uniti nell'azione contro l'Afganistan, non appoggio l'azione militare per molti motivi. Capisco che quando qualcosa come l'11 settembre accade in una nazione (qualsiasi nazione), bisogna aspettarsi una ritorsione delle violenze. Nonostante io non sia un pacifista (poiché penso che alcune persone debbano morire), non sono un guerrafondaio. Credo negli "individui" e negli "ideali" ma non sono un sostenitore di religioni e governi. Penso che seguire i leader sia dolorosamente stupido e che quasi sempre porti verso il peggioramento della situazione. Non sono mai stato un patriota per gli Stati Uniti e non vedo giustificazioni per diventarlo adesso.
Come cittadino americano devo esaminare i fatti storici e dire a me stesso: per essere accurato storicamente è vero che gli Stati Uniti sono una nazione che negli anni ha portato grandi miglioramenti nel mondo. E' vero anche che il bene è stato fatto dal proprio punto di vista e quasi esclusivamente per interesse. Come è vero anche che ha certamente fatto una enorme quantità di male nel mondo. Quindi per forza qualcosa del genere sarebbe eventualmente potuto succedere.
In molti modi vorrei esaminare la questione che molti hanno espresso (nelle strade in modo informale, nella comunità internazionale e nel governo americano) che il governo degli Stati Uniti abbia in larga parte portato a questo evento a danno suo e dei suoi cittadini. Chiunque non voglia discutere questo fatto sta scegliendo di essere cieco verso le azioni di politica estera degli Stati Uniti contro i bisogni di culture e religioni nel resto del mondo. Molte persone, esprimendo il loro cordoglio e la solidarietà con gli Stati Uniti hanno dovuto ammettere che si aspettavano questo fatto da lungo tempo. Dagli anni settanta è stato possibile per tutti vedere questa politica delle bandiere rosse e dei paletti. Adesso gli altri non sono più così distanti dal nostro lato della strada. Ora i paletti non possono essere ignorati. Gli aerei sono caduti dal cielo e due dei più grandi edifici del mondo a Manhattan sono diventati polvere.
Non dico che gli Stati Uniti (o una qualsiasi altra nazione per questo motivo) debba essere terrorizzata e macellata, ma il resto del mondo vive il terrorismo quotidianamente. Ora forse anche gli Stati Uniti, per la prima volta nella loro breve storia, capiranno più intimamente cosa vuol dire vivere come molti altri fanno da tempo. E contemporaneamente magari questo porterà gli americani a rivalutare cosa rende la vita peggiore, e questo causerà un ripensamento nel nostro ruolo nel mondo. Dico "forse" perché questo non è così facile; almeno non in breve tempo.
Particolarmente adesso che quel cazzone di George W. Bush è presidente, l'America sarà una nazione violenta ed arrogante. Per fortuna comunque, qualcun altro oltre a G.W. Bush sta facendo la mossa molto intelligente di far avere il supporto internazionale all'invasione dell'Afganistan. La "guerra" è stata fatta con una grande attenzione e precisione per evitare le morti di civili dei precedenti conflitti.
Ma devo ammettere che non sono mai stato così imbarazzato per un presidente degli Stati uniti come lo sono di G.W. Bush. E' al massimo capace di gestire un Mac Donald. Si è vantato e bullato durante la crisi. Alla televisione lo abbiamo tutti visto dare una breve lezione pubblica sulla storia della politica estera degli Stati Uniti e sulla diversità delle culture e delle religioni. I suoi commenti sull'"Asse del Male" rivelano quanto sia incapace ed infantile. Quando tu chiami intere nazioni "l'Asse del Male", stai principalmente accusando tutti i cittadini di questi paesi e i loro governanti di essere il "Male", e quindi colpevoli agli occhi dell'America. Tutta la gente del mondo sta dicendo "Ma chi è l'America per giudicare?", si dice "Chi è l'America per chiamare chiunque l'Asse del Male?".
Questo modo di parlare da parte di G.W. Bush porterà solamente a causare l'opposizione di questi cittadini e governanti contro gli sforzi degli Stati Uniti e dei suoi cittadini; perpetrando una escalation di incomprensione e violenza. Serve solo ad incitare più persone contro gli Stati Uniti in tutto il mondo. E riuscirà solo a far temere ai cittadini americani culture e religioni che non conoscono. Incoraggia l'isolamento culturale. La sua inettitudine va oltre l'immaginazione; non possiamo inventare una persona più terrificante ed ilare come presidente in questi giorni.
Ma non penso affatto che i terroristi abbiano fatto un gesto nobile. E' stato un atto mostruoso. E' stato sbagliato. Da un punto di vista religioso, va contro molti fondamenti dell'islamismo; tradisce la fede in Allah. Anche se tu scegli di non esaminare le ramificazioni spirituali e religiose degli atti terroristici - è stato un crimine contro l'umanità. Una crudeltà così efferata negli obiettivi non può essere difesa. Non parteggio per i terroristi. Non sono per nessuna parte del conflitto. Come essere umano provo dolore per la mia specie e piango le vite perdute. La vasta maggioranza di cittadini e governanti del nostro mondo non sono abbastanza progressisti per rispondere in modo pacifico.
In nessun modo perdono gli atti dei terroristi. Comunque, se sei familiare con la storia dell'Afghanistan degli ultimi cinquanta anni (e l'appoggio americano alla guerra contro i sovietici), e se sei a conoscenza delle dimensioni della base militare degli Stati Uniti in Arabia Saudita - sarai indubbiamente d'accordo con me sul fatto che un evento come questo era destinato ad accadere. Ma penso che una "Guerra al Terrorismo" sia un modo assurdo per rispondere alla situazione odierna.
Quando una piccola forza vuole muovere una guerra contro un grande avversario l'arma migliore che ha in mano è la sorpresa. L'attacco a sorpresa è l'arma più utile che hanno i gruppi terroristi. Sarebbe impossibile per gli Stati Uniti e le altre nazioni ingaggiare una guerra contro i terroristi. Il fulcro del terrorismo è il "terrore": colpire senza preavviso, per creare immediatamente paura e panico nella società obiettivo dell'atto. Una cellula di terroristi può essere composta da un gruppo o da una sola persona. La guerra degli Stati Uniti e degli alleati contro intere nazioni nello sforzo di combattere il "terrorismo" non sarà efficace nel rendere il mondo un posto più sicuro. Aggiungerà odio a quello già esistente nelle persone che nel mondo si oppongono alla dominazione politica, economica e militare degli Stati Uniti. Potrebbero aggiungersi agli Stati Uniti alleati a breve termine come Pakistan e Russia, ma queste nazioni presto chiederanno che gli Stati Uniti li assistano contro i loro problemi con il "terrorismo". Corriamo il rischio di vedere rivolte legittime di persone venire etichettate come "atti terroristici", come con i ribelli ceceni nella Repubblica Russa della Cecenia. La Russia potrebbe presto chiamare gli Stati Uniti per aiutarla contro la sua lotta con i ceceni, per impedire loro l'autonomia. Ma i ceceni hanno il diritto di lottare per la loro sovranità. Questo genere di cose può portare ad una situazione mondiale in cui i popoli che si ribellano contro i propri governanti sono chiamati "terroristi". Dobbiamo fare molta attenzione al modo in cui viene utilizzato il termine terrorismo.

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