Hood

Dopo che il cristallino Cold House è rimasto incastrato nel mio stereo per mesi (come del resto ogni disco di Hood) ho fatto una chiaccherata con Richard Adams, assieme al fratello Vincent la mente della band. Ne è venuto fuori un quadro di come la fierezza di essere indipendenti e, perché no, anche un po' di presunzione tutta inglese a volte portino a risultati notevoli.


Sodapop: Nel passato Hood hanno anticipato di un paio di anni il movimento lo-fi. Cosa ricordi di quegli anni fatti di meravigliose canzoni perse in un mare di rumore, un sacco di 7" autoprodotti e live a bassa fedeltà?
Richard: Mi piacciono ancora tutte quelle cose. Sono un appassionato di lo-fi, quando ci sono buone melodie e belle canzoni. Penso che all'epoca fossimo una cosa completamente differente da adesso, ma un sacco dell'estetica di quei tempi rimane e non abbiamo niente di cui vergognarci.
S: Cosa pensi ora di Rustic Houses Forlorn Valleys, il solo album in cui Hood hanno dilatato le loro canzoni perdendo in qualche modo l'approccio alla canzone melodica?
R: Mi piace molto quel disco. Secondo me è uno dei migliori dischi che abbiamo fatto, mi piacciono soprattutto le canzoni e alcuni suoni ed atmosfere che avevamo creato. Mi ricorda di un periodo felice e creativo.
S: La musica di Hood è caratterizzata da un continuo cambiamento di stili, prima lo-fi, poi post-rock e adesso elettronica: ora che succederà?
R: R&b, soul...chi lo sa? Noi cerchiamo semplicemente di creare nuovi suoni e trovare nuovi modi di fare musica per il nostro stesso piacere, e si spera anche per chi ci ascolta. Ci annoiamo in fretta e non ci piace ripeterci troppo.
S: Componenti di Hood hanno in passato avuto molti progetti collaterali, quali sono attivi oggi e cosa c'è in vista?
R: Ormai nessun progetto è attivo, tranne cose portate avanti da ex componenti della band, come The Remote Viewer, che è diventata una cosa a sé. Mettiamo il 100% in Hood adesso, abbiamo il progetto di fare uscire qualche cosa di hip hop sotto un altro nome solo per divertimento, ma non abbiamo ancora deciso come.
S: La 555 Recordings di Leeds è una delle più interessanti etichette indipendenti del Regno Unito: cosa ne pensi? Hood pianifica qualcosa con l'etichetta di Stewart Anderson?
R: Penso che fosse una buona etichetta fino ad un po' di tempo fa. Recentemente non seguo più le scelte musicali; penso che alcune cose in realtà fossero brutte, ma l'etichetta riflette la visione di Stewart e lui giustamente continua per la sua strada, e questa è senz'altro una buona cosa. Non segue le mode, vorrei che ci fossero più persone come lui da questo punto di vista; penso che Hood non incideranno più su 555, è un capitolo chiuso ormai.
S: Voi vivete a Leeds, cosa pensi dell'essere distanti dai riflettori della maggior parte della scena indipendente?
R: Troviamo positivo tenerci alla larga dalle grandi città e dalle scene. Ci piace solamente essere distanti dalle cose e avere un bel posto dove vivere; penso sia più facile fare musica senza le distrazioni e le influenze esterne che si possono trovare in un posto come Londra.
S: Cosa pensi della scena inglese attuale? Quali sono i gruppi più interessanti?
R: Non mi piace molto la situazione inglese attuale, c'è uno stallo e tutti fanno la stessa cosa e/o provano a diventare famosi, per cui la musica perde di interesse. Ci sono poche eccezioni, ma queste persone vanno lasciate libere di creare la propria musica senza cercare hit singles, e questo vale sia per band indipendenti che mainstream: è tutto molto frustrante. Band interessanti... Erm Simian sono molto bravi e non suonano come nessun altro, un buon segno, ovviamente. Boards Of Canada sono fantastici e mi piace anche molto il disco di Richard Hawley. Avrei delle difficoltà a farti altri nomi.

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