Hirameka Hi-Fi - Sprezzatura (Gringo, 2002)

Ok. Li amo da sempre. Sarò imparziale? Quantomeno ci proverò. Dica lo giuro. Lo giuro. Il disco ha una pecca non da poco. Ha una pessima grafica, fuori e dentro. Mi spiace sempre partire col piede sbagliato. Quindi cerco di addentrarmi immediatamente nel nuovo sound del gruppo. Si perchè il carico compositivo è rimasto tutto sulle spalle del solo Tom Coogan. Il connubio artistico che aveva portato ad alcuni dei migliori singoli di fine anni 90 si è rotto. Il songwriting asciutto è quello che è rimasto, quello più onirico e melodico se ne è andato. Questo non vuol dire che troverete in questo album delle rozze cover dei Fall o dei Pere Ubu quanto un fedele postpunk/postcore che evolve il precedente discorso come un pokemon misterioso. I primi brani portano subito sulle coordinate degli ultimi Bob Tilton il discorso. Ti ritrovi involontariamente proiettato in atmosfere quasi Shellachiane rumorose e angolari come solo loro sanno essere. Il disco è la punta di un iceberg che vede bands quali Red Bank, Econoline e altri emergere poco alla volta scoprendo nervi tesi da vent'anni di ventenni orfani dei Mission Of Burma. Prendendolo molto alla larga potrebbe essere visto come l'indierock clamorosamente muscoloso di band quali Burning Airlines e Blue Tip. Manca la produzione americana e i suoni ne risentono. Manca forse una certa cattiveria nel rifforama più o meno scontato o nei ganci più o meno referenziali. Il disco in conclusione è una sintesi di una sana vena creativa di questi artisti inglesi che al NME preferiscono Punk Planet, che probabilmente covano e preparano qualche nuova rivoluzione da rimandare al mittente.

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