Engine Down - Demure (Lovitt, 2002)
Bats & Mice - Believe It Mammals (Lovitt, 2002)

Terzo disco per la band di Richmond, Va., che li consacra come una delle realtà più interessanti della scena post-hc d'oltreoceano. Rispetto al precedente (e forse leggermente superiore) To Bury Within The Sound i pezzi si sono fatti più dilatati e soprattutto più lunghi (la media è sopra i quattro minuti a traccia), sempre in bilico tra Sunny Day Real Estate e il DC-Sound più classico. Purtroppo, per via della lunghezza delle tracce il lavoro risulta di più difficile assimilazione dei precedenti, e solo dopo esservi entrati dentro completamente si riesce ad apprezzare appieno. Le chitarre sono il marchio di fabbrica del loro sound, precise ed ipnotiche, la voce di Keeley Davis è sempre melodicissima e non cade mai nei clichè dell'emo "piagnone" che stanno inflazionando il genere. Un disco non di immediata assimilazione, ma di fattura raffinatissima ed allo stesso tempo originale.
Believe It Mammals dei Bats & Mice è un lavoro ambizioso, dinamico e ben suonato; se vi interessa, la band è formata da membri di band più o meno importanti: Four Hundred Years, Sleepytime Trio, Maximilian Colby, Milemarker, Rah Bras, Men's Recovery Project, alcune ancora attive, altre no; il loro sound è una versione DC-style di Sunny Day Real Estate/Death Cab For Cutie. Ad essere onesto i primi ascolti superficiali non mi avevano particolarmente esaltato: non riuscivo a trovare il "pezzo" per cui rimettere su il disco un'altra volta; poi, in occasione di questa recensione, ho cominciato ad apprezzare tante piccole cose che rendono Believe It Mammals un disco abbastanza fresco ed originale, nel suo genere: il cantato a tre voci (su quattro membri del gruppo), le chitarre soffici, che non si spingono mai oltre i limiti di una leggera distorsione, una tranquillità sorniona di fondo che lo rende perfetto per un ascolto durante la lettura di un fumetto (per i libri esigo solo musica strumentale) e così via. Intrigante, completo, mai eccessivo, anche se alla fine non riesco a dargli più di una sufficienza (abbondante, soprattutto grazie alla sequenza Worst Come To Worst, Hallway, A Polished Facade).


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