Elle - Bruciamo Ciò Che Resta (Urtovox, 2001)
Verde Matematico - Ora O Mai Più (Urtovox, 2001)

Dopo l'autoprodotto Caffè&Cadillac e la vittoria, nel 1998, di Arezzo Wave, gli Elle sfornano ora, al debutto ufficiale con la Urtovox, un album davvero notevole.
E' praticamente immediata la sensazione dell'amore che questa band nutre per i dEUS; le atmosfere, le sonorità e la ritmica del geniale gruppo belga aleggiano, infatti, dietro parecchi passaggi di Bruciamo Ciò Che Resta, ma il bello è che tutto ciò non banalizza affatto il lavoro degli Elle. L'influenza dei maestri è visibile, in particolare, nelle meravigliose esplosioni sonore di Nel Peggiore Dei Casi, che l'intensità delle chitarre rende fra i momenti più emozionanti dell'intero album; ma ricordano i dEUS anche il ritornello di Settantasei (ricordate Suds & Soda?) e, in parte, Sotto L'Hotel Eden.
Ci sono altre vere e proprie chicche, come gli splendidi crescendo finali di Blues e di Noir La Gare, o la stravagante (nel testo e nella musica) title track Bruciamo Ciò Che Resta (Ok, Ok). E anche i brani che potrebbero sembrare a prima vista più 'classici' (Folk#5, Amsterdam Zoo o Più Spari A Me Più Muori Tu, ad esempio) posseggono una cifra stilistica molto personale costruita dalla voce e dai testi (a volte quasi surrealisti), ma anche dall'utilizzo della vasta strumentazione a disposizione degli Elle, che si avvale anche di trombe, viola, banjo e campionamenti. Veramente un ottimo lavoro.
Non si può dire lo stesso del pur discreto rock italiano che i fiorentini Verde Matematico sfoderano nella loro prima uscita per la Urtovox. Ora O Mai Più si fa notare per una produzione decisamente apprezzabile (a cui la band toscana ha lavorato con Bruce Morrison), che valorizza un lavoro sicuramente piacevole, ma senza la profondità che i loro compagni di etichetta, gli Elle, hanno dimostrato di possedere con Bruciamo Ciò Che Resta. Le tendenze alla sperimentazione restano ad un livello piuttosto superficiale, riducendosi ad alcuni campionamenti azzeccati. Ci sono momenti buoni, come il simpatico attacco di Senza Senso, la sognante parte strumentale di Oltre, il violino di Mix Of Technology Reprise o la voce distorta (un po' in stile Manuel Agnelli) di Mix Of Technology; ma ci si alza dalla poltrona solo per il bellissimo, trascinante finale di Devil Is Six. Nel complesso, le melodie hanno poco di personale, allineandosi ad un pop rock già sentito (ad esempio Kaos Selvaggio, Se Sei o Lune In Fondo Al Pozzo), le voci (sia quella maschile sia quella femminile) non sono di quelle che entusiasmano e parte dei testi cade nel banale (Senza Senso e Pianeta su tutti).


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