Divelta - Crisalide EP (Autoprodotto, 2002)

Attiva da ormai tre anni, la band bresciana si presenta con un secondo lavoro prodotto in proprio, con la collaborazione di Angelo Zucchi. Il loro è un post rock che si sviluppa in trame pizzicate e sognanti (Rinascere), pause riflessive e fraseggi narcolettici che sfociano in refrain rocciosi (si prenda Sisma, brano dedicato al buon Silvio). Ed E' Vortice parte nervosa e stratificata per poi bloccarsi in una repentina frenata rarefatta che prelude ad un finale ruvido e compatto. Notevole anche la slocoreggiante (uh! Non è un'offesa!) Lamento (forse il pezzo migliore del plot): un tappeto artico che riesce a valorizzare in pieno la voce ispirata di Ombretta. Belle anche copertina e foto interne. Tirando le somme Crisalide è un EP coi fiocchi, che attenua la mia congenita diffidenza nei confronti di tutte le formazioni che si avvalgono del cantato in italiano. C'è da dire che con queste basi aspettarsi in futuro un disco interamente (o quasi) strumentale è un'idea che forse il gruppo di Chiari potrebbe prendere in considerazione. Bravi comunque.

guarda io li ho sentiti dal vivo poco tempo fa e sono completamente
d'accordo con te trovo che siano fantastici e che l'intreccio e il lavoro
delle due chitarre sia ottimo. proprio un buon sound. io gli avrei messo
una stella in più!!!
Alessandro

Li conosco ma credo che abbiamo da lavorare ancora ,poco originali in nei cantati 
Luca

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Divelta - Miranfù (E.B.T.A., 2004)

Dopo i buoni riscontri di Crisalide e di Primo Gemito, ecco finalmente il lavoro che segna la definitiva consacrazione dei Divelta, questa volta sotto la label E.B.T.A.. Si può dire che in questo lasso di tempo i nostri abbiano ascoltato parecchia roba; inoltre la voce di Ombretta è sempre molto bella e anzi non fa che migliorare: difficile non farsi ammaliare. In maniera intelligente, però, il gruppo di Chiari non ha fatto affidamento solamente sul talento della cantante/chitarrista, ma ha provveduto a sviluppare uno stile che potesse anche prescindere dal cantato con risultati altrettanto convincenti; si prenda la strumentale Crisalide: partenza contemplativa, riverberi in sottofondo, giro chitarroso in coda per un brano complesso, sognante ma non triste. Quando, tuttavia, la ricerca di metriche tipicamente post rock fa quadrare il cerchio unendosi al pathos quasi insostenibile creato da voce e chitarra, come succede in Respiro Acqua, i risultati vanno ancora oltre: se non siamo al capolavoro, poco ci manca. La ninna-nanna Abbraccio Su Sfondo Rosso è calorosa e avvolgente, mentre Trillallero solo in apparenza mostra il lato più frivolo della band: da citare se non altro per lo splendido finale in slide guitar. La partenza nervosa e le schitarrate che condiscono il refrain in crescendo di Ed E' Vortice le avevamo già sentite in Crisalide, ma non per questo smettono di coinvolgere. Rinascere sembra quieta, ma sotto sotto ci sono tanti vermi che brulicano, sarà per quei fraseggi taglienti e freddi come lame, non lontani dall'insegnamento degli Slint. Un grande pregio del disco consiste nel mettere d'accordo tutti, senza per questo scendere a facili concessioni: alla mia ragazza piace perchè ci sente tanto Cristina Donà, a me piace perchè ci sento anche dell'altro (Giardini Di Mirò? Troppo limitativo però tirarli in ballo). Direi che per la carriera - che mi auguro lunga - del gruppo bresciano, Miranfù costituisce indubbiamente un passaggio fondamentale.

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