Codeine - The White Birch (Sub Pop, 1994)

"MALINCONIA: sentimento vago, indefinibile, che toglie all'animo la gioia serena": la definizione del vocabolario è la più adatta per quest'opera, molto lontana dallo standard delle produzioni della Sub Pop. The White Birch è un monumento alla tristezza, un piccolo capolavoro di suoni delicati e composti, caratterizzati da una disarmante lentezza e da una soffusa malinconia (appunto).
E' un disco adatto per l'inverno, come suggerisce la copertina stessa, poiché propone atmosfere stranianti, ispirate da tristezza e noia esistenziale, ed è un disco estremamente povero nei suoni ma dall'effetto finale sontuoso: ascoltare l'iniziale, sorprendente Sea per convincersene. Anche Loss Leader stupisce ed ammalia, regalando attimi lunghissimi di splendida esaltazione. Ma è Vacancy il brano più convincente, grazie anche ad un testo profondo e alla voce dolente e poetica, ispirata. Kitchen Light è un pezzo dalla tensione continua, costantemente sospeso e che non vuole esplodere, disegnando così il grigiore e l'immobilità di una situazione che non si è capaci di cambiare. Nonostante alcune esitazioni (Washed Up è quasi irritante), vi sono ancora motivi di soddisfazione nella seconda parte del disco: drammatica e convincente è Tom (in cui la voce sommessa, a tratti un sussurro, porta alla mente i Seam); Ides è incredibilmente triste e irrisolta; Wird è una eccezionale prova poetica, travagliata e cupa; per chiudere con Smoking Room, colma di delicatezza. Non si tratta di una musica confortante o di facile ascolto: parole e note paiono misurate col contagocce, ed i molti silenzi lasciano per un momento turbati, immersi in uno stato di riflessione, tra dubbi e incertezze; ma lentamente si viene avvolti dalle suggestioni e dalla magia, apparentemente nascosti, che questi suoni regalano e che fanno capire, grazie alle emozioni, di essere vivi. The White Birch sembra un disco insipido, ma è un concentrato di sensibilità.

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