Gwei-Lo - S/T (Bella Union, 2000)
Tarentel - From Bone To Satellite (Temporary Residence, 2000)
At The Drive-In - Relationship Of Command (Grand Royal, 2000)
Credo che i Gwei-Lo siano inglesi, anche se le note di copertina non ce lo dicono. Suonano musica strumentale tra Mogwai, Slint e Ganger, ma forse un po' più psichedelici e jazzati. Ormai non esistono più, il loro chitarrista Al Brooker è morto sul palco un annetto fa. Davvero un peccato. Molto meglio di tanti cloni che si sentono in giro adesso. Sette pezzi lunghetti a formare questo gran bel disco.
Ma la palma di disco dell'anno del genere va senza dubbio ai californiani Tarentel, che esordiscono con cinque brani per un totale di 74 minuti. Si va da reminiscenze di Mogwai e spesso di Tortoise a crescendo rumorosi e precisi alla Godspeed You Black Emperor! Una fotografia notturna raffigurante la baia di San Francisco con le sue luci ed i suoi grattacieli in copertina, all'interno invece un paesaggio desertico all'alba (o al tramonto) a dare un'idea perfetta di che cosa aspettarsi dal disco. Fondamentale.
Esce sull'etichetta dei Beastie Boys il nuovo disco del quintetto californiano. Per quello che ho potuto sentire il loro migliore. A partire dalla confezione fino ai testi, tutto è ben curato, e, quel che più conta, ben suonato. Dal primo pezzo si sentono le influenze Fugaziane, con un tocco sandiegheggiante, se sapete cosa intendo. Ci sono un paio di ballate dove si sente pure la tastiera e il cantato-parlato rende veramente un casino. Per il resto post-hardcore del migliore in circolazione. Chi li ha visti dal vivo dice che sono impressionanti. Speriamo che tornino in Italia presto… Intanto è obbligatorio l'acquisto del disco.

Dakota Suite - Signal Hill (Glitterhouse, 2000)
Knife In The Water - Red River (Glitterhouse, 2000)
Joe Pernice - Big Tobacco (Glitterhouse, 2000)
Nikki Sudden - The Last Bandit (Glitterhouse, 2000)
16 Horsepower - Secret South (Glitterhouse, 2000)
Quarto album per i britannici Dakota Suite. Il genere è sempre lo stesso, non cambiano una virgola del loro stile, folk, slowcore, cantautorato, chiamatelo come volete. In questo disco forse trovo leggermente più presenti archi e fiati, il che non appesantisce minimamente il risultato, anzi…Registrato in un paio di giorni all'inizio dell'anno, praticamente in presa diretta e con apparecchiature analogiche, non soddisfa pienamente i gusti di Chris Hooson, mente del gruppo, dotato di una sensibilità eccezionale (se leggiamo i testi) e, a quanto pare, di una pignoleria non comune, visto che il disco è magnifico, e non dovrebbe mancare a chi ascolta tutta quella roba che va (giustamente) tanto di moda oggi, come Palace & C., Smog, Red House Painters
E siamo sulla stessa barca con i texani Knife In The Water (come il film di Polanski)... Depressi, acustici, le loro influenze spaziano: country-blues, rockabilly, classica, Butthole Surfers, Joy Division, Dirthy Three, Calexico (potrà sembrare una cosa assurda, ma così dicono le note dell'etichetta… A dir la verità queste influenze si possono riconoscere…) Un gran bel disco, soprattutto se si pensa che il gruppo era nato per partecipare ad un festival in cui avrebbero suonato coi loro gruppi preferiti…
Esordio solista per Joe Pernice che è conosciuto nel giro come membro degli Scud Mountain Boys e Pernice Brothers. Qui siamo su atmosfere più "classiche", più "rock"…Un misto di Elliott Smith, Lemonheads, Whiskeytown (uno di loro è ospite nel disco) … A me piace un bel po'…veramente!
Nikki Sudden è stato ed è una delle personalità più importanti dell'underground musicale mondiale degli ultimi trenta anni. Lui e i suoi Jacobites hanno influenzato gran parte della musica leggera moderna con le loro melodie power-pop di tre accordi. In questa raccolta di settantaquattro minuti su Glitterhouse sono raccolti diciotto tra i migliori brani negli anni che vanno dal 1980 al 1998, tra i quali vere e proprie rarità come il primo singolo Back To The Star dell'82, un paio di pezzi e la cover di Captain Kennedy di Neil Young dal suo primo album del 1982 con i Waterboys come gruppo di spalla e altri con addirittura i R.E.M.. Le sue canzoni vanno da oscure e disperate ballate come When I Cross The Line allo "snotty postpunk in yer face" di Bethlem Castle. Il dettagliato booklet include i testi e aneddoti raccontati dallo stesso Nikki sulla sua vita piena di Rock 'n Roll, donne e vino.
Terza uscita invece per gli americani 16HP. Per chi non li conoscesse suonano qualcosa di estremamente "malato" a metà tra tra il folk-blues, Nick Cave, i Gun Club, Bob Dylan, Leonard Cohen ed Ennio Morricone. La voce del cantante e mente del gruppo David Eugene Edwards è impressionante, tanto che "he makes Nick Cave sound like Shirley Temple". Un album capace di metterti in ginocchio con le sue danze funebri e dissonanti. Un ascolto essenziale.

The Appleseed Cast - Mare Vitalis (Deep Elm, 2000)
The White Octave - Style No. 6312 (Deep Elm, 2000)
AA.VV. - I Guess This Is Goodbye - The Emo Diaries Chapter V (Deep Elm, 2000)
Minaccioso, potente e magnetico come il mare, Mare Vitalis è diverso da tutto quello che avete già sentito - così originale e così inconfondibilmente Appleseed Cast. Sognante ed affascinante, questo "album che si è scritto da solo" scorre in un'onda di lunatica energia con chitarre che spaziano intorno a complesse e precise figure ritmiche. Un capolavoro di ispirazione senza tempo, questo disco è assolutamente splendido. "Se hai aspettato tutta la vita per un segno, eccolo" dicono le note della Deep Elm. Perfezione post-hardcore, ai limiti del post-rock. Cuori spezzati unitevi. Questo è il disco per voi.
Esordio per la band di Chapel Hill, NC, prodotta dal grande Bob Weston. Il solito post-hardcore che caratterizza le produzioni dell'etichetta, ma in quest' occasione particolarmente originale (non mi ricordano in particolare altre band…) La voce è capace di passare da tranquille ninne nanne a sofferte urla, condita da bei riff, melodia e gran giri di basso. D'altra parte cosa ci si poteva aspettare da un ex-Cursive?
Ed i White Octave sono presenti sul quinto capitolo della tanto discussa serie di compilation Emo Diaries. Non entro nelle polemiche sul fatto che l'etichetta speculi o meno sul termine "emo" tanto da farne una bandiera. In fondo le migliori bands del genere sono prodotte proprio da loro e per quanto ho potuto constatare sono gente onestissima. Per quanto riguarda il disco, dodici pezzi a tema per altrettante bands minori, tra cui spiccano Rubens Accomplice, The Walt Lariat, The End Of Julia, ma anche il resto non è male. Resta sempre il fatto che molto spesso si fa fatica a riconoscere un gruppo dall'altro. Ma questo è un problema a monte, proprio del genere, e se ne parlerà in futuro…

Yume Bitsu - Auspicious Winds (K, 2000)
Mirah - You Think It's Like This But Really It's Like This (K, 2000)
Siamo in ambito post-rock col terzo album di questi Yume Bitsu, ai più conosciuti come gruppo parallelo di J. Anderson dei Wolf Colonel. Tra i vari gruppi che mi ricordano, sicuramente Mogwai e My Bloody Valentine
Musica psichedelica d'avanguardia e pensieri di 365 giorni di pioggia all'anno… Gli Yume Bitsu fanno Bedroom Music, perfetta per i momenti di solitudine… Registrato da Calvin Johnson al solito Dub Narcotic Studio…una garanzia…
Phil Elvrum (Microphones/Old Time Relijun) produce e suona nell'esordio solista di Mirah, cantautrice discretamente conosciuta nel giro K records/Washington & co. Ballate e ninne nanne elettriche e (soprattutto) acustiche, un po' di batteria e di drum machine, strumenti come ukulele, mandolino, violino, flauto (suonato nel finale jazzy Words Cannot Describe dal geniale Arrington de Dionyso, mente dei già citati OTR) caratterizzano il disco, di difficile classificazione, tra Cat Power, Jen Wood, Liz Phair, con ricordi di Nancy Sinatra (e perché no, Ronettes). Originale e carino.

Sono rimasto senza parole quando ho sentito questo
cd e mi sono detto "finalmente qualcuno che non si č scordato
il proprio passato per soldi".mi č piaciuta molto la canzone che
hanno scritto ricordando le vittime in messico avvolte da un mistero.
Giacomo

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