Bar La Muerte

Bruno Dorella, ex batterista dei Wolfango (il miglior gruppo di sempre nel Consorzio Produttori Indipendenti: ricordate quando il video di Ozio girava in tv? La cosa più autenticamente punk che sia mai stata vista su Videomusic...), è il mentore di Bar La Muerte, www.barlamuerte.com, etichetta che da anni sta producendo musiche fuori dagli schemi economico-musicali italiani, dal lo-fi Beckoso di Bugo, al free-impro delle Allun; su quest'ultimo non-genere si incentrano soprattutto le attenzioni di Bruno, che ultimamente porta anche avanti il suo progetto Ovo, oltre ad un sacco di altre idee e collaborazioni.
Cercando di pubblicare musiche differenti ed interessanti non si arriva certo alle migliaia di copie, ma sicuramente ci si tolgono un sacco di soddisfazioni regalando, a chi apprezzerà, la possibilità di scoprire mondi nuovi... Non lasciatevi sfuggire questa occasione.

Christian Rainer - Mein Braunes Blut (Bar La Muerte, 2002)
Cosa ci fa Christian Rainer su Bar La Muerte? La musica da camera ha segretamente dei collegamenti con l'improvvisazione radicale e non ce n'eravamo mai accorti? Penso proprio di no, anche se non sono un esperto: il fatto è che questo disco è una autentica perla e giustamente Bar La Muerte non se lo è lasciato sfuggire...
Resto sbigottito di fronte al cantato lirico in tedesco: rimango di stucco, io che non sopporto la lirica e soprattutto quando è in quella lingua atroce (forse è colpa di un terribile trauma subito ad un concerto, dove una cicciona sgraziata mi trivellò i timpani per parecchio). Romantico? Esageratamente romantico. Dolce, struggente, emozionante come pochi altri, colpisce al cuore senza pietà e non può non farvi innamorare, nel senso più profondo del termine; il tutto a base di voce, piano, violoncello, violino, flauto e tromba che si alternano nelle cinque stupende composizioni. A volte una leggera parentela con il rock si subodora, ma molto meno che, ad esempio, per Rachel's, unico nome che posso usare a paragone. All'ascolto di I.8 E Min è impossibile non avere la pelle d'oca, nove minuti di solo pianoforte sempre sul filo della commozione. Christian, operante principalmente a Bologna, ha messo su in una decina d'anni un curriculum decisamente di tutto rispetto, agendo su più campi: cinema, musica, teatro e arti visive; certo è che, se la qualità dei suoi lavori è paragonabile a Mein Braunes Blut, ne sentiremo ancora parlare per forza. Le dimensioni di questo disco sono quelle di un mini, ma il suo peso specifico è di gran lunga superiore; dal punto di vista dell'ascolto, in realtà sicuramente lo metterete in loop sul vostro stereo per ore ed ore...

Ovo - Vae Victis (Bar La Muerte, 2002)
Ovo / Rollerball - My First Cowboy (Bar La Muerte/TMR, 2002)
Il secondo disco di Ovo, dopo Assassine dell'anno scorso, è il risultato di un incredibile tour con NNY attraverso Italia, Grecia, Turchia, Bulgaria e Macedonia, intrapreso da Bruno e Stefania assieme per l'occasione a Jacopo Andreini (l'uomo-ovunque dell'improvvisazione italica) e Capoccia (batterista hc di Concrete e Los Vaticanos, tra gli altri). Al ritorno dal tour, esattamente il giorno dopo un mese e mezzo di fatiche, la band ha voluto immortalare l'atmosfera di quei concerti registrando immediatamente una session; il sound che ne viene fuori è diverso da quello di Assassine, parecchio più metalloso, non in senso stretto naturalmente, ma vicino alla dissoluzione del suono di certo grindcore, il tutto improvvisato e slabbrato. Un tour dalle emozioni forti sicuramente, la cui testimonianza è sconsigliata ai deboli di stomaco!
Altro tour, altro disco: scelta non casuale, dato che in effetti il concerto è l'essenza ultima di queste musiche; dall'autentica simbiosi creatasi tra Ovo e Rollerball è nato My First Cowboy, uno split CD nel vero segno dell'improvvisazione informale anche dal punto di vista della registrazione e della composizione della scaletta. I brani a nome Ovo sono stati suonati con membri di Rollerball aggiunti in session parecchio "espanse", tanto che nessuno ricorda chi ha suonato cosa... Nella parte a nome Rollerball c'è l'intervento di Bill Horist, chitarrista avant, e Eveline Muller-Graf, percussionista, a comporre di volta in volta duetti, terzetti e quartetti. L'ordine dei brani? Miscelati tra un gruppo e l'altro, naturalmente... In verità l'aver mescolato i pezzi rende il disco molto efficace: è di esempio l'inquietante sospiro di Stefania nell'iniziale Demon Paw, seguita dall'atmosferico e leggiardo Hiperspasm di Rollerball. La musica di Ovo si muove attorno al loro inquietante rumorismo, arricchito però dalla maestria dei membri di Rollerball, che riescono ad inserire il loro tocco nei registri dei colleghi senza snaturarli, ma lasciando comunque il segno; il missaggio di Mini ha reso molto bene l'impatto appiattendo curiosamente le dinamiche in certe occasioni, con un effetto eccezionale. La maggior parte dei brani di Rollerball è molto più solare e positiva rispetto agli altri brani, ma in generale il disco può tranquillamente essere pensato come organico nel suo complesso, vero esempio di come gli intenti a volte rendano omogenee situazioni disparate. Un disco particolare, magico ed inquietante.

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