Arco - Coming To Terms (Dreamy, 2001)

E' notte fonda, mentre scrivo questa recensione. La pioggia sta facendo il rumore scrosciante che tanto amo contro la mia finestra, confortante nella sua continuità. La mia stanza è buia, a parte la luce che emette il monitor e l'abat-jour dell'Ikea accesa sopra il mio letto. Lo stereo suona da qualche ora, ininterrottamente, Driving At Night, il singolo tratto da questo debutto degli Arco e la mente viaggia, mentre rimango rapito dalla chitarra e dalla voce di Chris Healey. Una voce flebile, che ricorda quella di Bob Wratten dei Field Mice o quella di Stuart Murdoch dei Belle & Sebastian. Un disco freddo, desolato, ma allo stesso tempo confortante e dolce, amichevole, se vogliamo. Non originale, ci mancherebbe, di dischi di "slo-fi" (o slowcore) ne escono tutte le settimane, ma Coming To Terms mi rapisce come solo Low e Dakota Suite sono riusciti a fare sinora. A parte la già citata Driving At Night, vale la pena di ricordare almeno Babies' Eyes, che in poche righe descrive le stagioni più fredde (non solo quelle del cuore) e la soffice, conclusiva Lullaby. Un disco da custodire come una storia d'amore sofferta e segreta nel profondo di sé stessi, giusto da confidare a chi si vuole bene. Si è fatto tardi, il CD è giunto alla fine. E' ora che vada a dormire.
"So lay down your weary head/try and sleep now/calm your shallow little breath/be at peace now"...

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