Acuarela

Continuano le uscite di Acuarela, www.acuareladiscos.com (distribuita in Italia da Blue Tears, www.bluetears.it), etichetta spagnola entrata ormai definitivamente nei nostri cuori: ecco quindi un secondo speciale con alcuni nuovi dischi molto interessanti, divisi al solito tra nomi spagnoli (Viva Las Vegas, Sr. Chinarro, Nancho Vegas) e stranieri di tutto rispetto (Retsin, Chris Brokaw e i molti "big" presenti nella compilation Acuarela Songs). Musica per il vostro cuore...

AA.VV. - Acuarela Songs (Acuarela, 2001)
Vitesse - What Cannot Be, But Is... (Acuarela, 2001)
Per il settimo anniversario dell'etichetta è stato organizzato questo progetto di dimensioni considerevoli: una raccolta dove tutti i musicisti portassero un brano inedito a tema col nome dell'etichetta. Il risultato è eccellente: nei trentadue brani di questo doppio sentirete spesso la parola "watercolor", il termine inglese più vicino ad acquarello... Questo disco rappresenta in modo molto significativo le caratteristiche dell'etichetta spagnola, essendo composto principalmente da brani acustici lirici e melodici a base di dolcezza e malinconia, con qualche escursione nel post rock e nell'elettronica, a patto che queste musiche mantengano il mood generale. I nomi interessanti sono moltissimi, elencare tutti i pezzi sarebbe lunghissimo, ma qualche nome telegrafico sui brani migliori si deve fare: Aroah contribuiscono con un pezzo incredibile, lo strumentale magnetico di Dakota Suite, Greg Weeks pigro e svogliato, Early Day Miners melanconici e meravigliosi, Empty House Cooperative supergruppo slowcore con Thalia Zedek e Chris Brokaw, Howe Gelb che registra nella stanza da bagno di un albergo in Danimarca, la stranezza di Mark Eitzel con dell'elettronica bislacca, e per finire una autentica meraviglia di TW Walsh. A questo punto manca all'appello il secondo disco! Si inizia con la melanconia infinta di The Clientele e Paloma, davvero imperdibili, poi Paula Frazer, sorta di Jessica Bailiff acustica, i cristallini Sodastream, l'altro inserto elettornico, Emak Bakia, degni di The Third Eye Foundation, Nancho Vegas decisamente i migliori spagnoli della collezione, Tara Jane O'Neil e poi For Stars a chiudere in bellezza.
L'effetto nel suo insieme è imponente (due CD oltre i sessanta minuti) e la qualità dei brani è molto molto alta; per i feticisti c'è pure un artwork devastante...
Cosa ci resta degli anni '80 (come diceva qualcuno...)? Qualcosa di buono senz'altro, tra cui alcune perle di synth pop, con quei suoni così involuti da acuire ancora di più il senso di malinconia dei brani: i pezzi migliori dei New Order ve li ricordate? Io sì, e in questo terzo disco dei Vitesse ho ritrovato quelle atmosfere decadenti e depresse, suonate con semplicità e familiarità; allo stesso tempo nelle canzoni si scorge un songwriting maturo e completo ed una ottima capacità nell'arrangiamento dei brani. C'è anche spazio per due cover, rispettivamente di OMD e Springsteen, ma sono talmente avvolte nell'affascinante mood del disco che è impossibile riconoscerle. Dieci perle midtempo sfuggenti ed intriganti, che al suono secco della batteria elettronica, accompagnata da un basso alla Cure, sapranno come completare le vostre malinconiche giornate di pioggia...

Retsin - Moon Money Moon (Acuarela, 2001)
Chris Brokaw / Viva Las Vegas - S/T EP (Acuarela, 2001)
Aroah / Nacho Vegas - Seis Canciones Desde El Norte (Acuarela, 2001)
Il duo Cynthia Nelson - Tara Jane O'Neil non poteva mancare nel rooster di Acuarela, il loro folk rock si adatta perfettamente alla linea dell'etichetta: questo mini di tredici minuti per cinque pezzi sprizza malinconia ma anche bucolica rilassatezza da tutti i pori. Registrato dalla O'Neil e missato dal fratello di Will Oldham, è diventato in breve il mio preferito assieme a Shannon Wright, e provate a darmi torto... Dopo avere ascoltato Money Song vi sarà impossibile resistere.
Gli split tra gruppi anglofoni e spagnoli sono una buona abitudine dell'etichetta, con cui si scoprono nuovi nomi e contemporaneamente si ascoltano altri già noti, sempre presenti naturalmente con inediti... Nel primo caso Viva Las Vegas sono esordienti che giocano in casa mentre Chris Brokaw, ex-Codeine e Come, non ha bisogno di molte presentazioni, no? In Bricks, primo dei due pezzi di Brokaw, troviamo Thalia Zedek alle voci e Matt-Bedhead-Kadane per un brano carino, ma il meglio è lo strumentale La Playa dove Chris fa tutto da solo e mostra di sapere bene come sfruttare il suo passato al meglio... Viva Las Vegas partono con El Rio Llamado Orbigo che non ha niente in meno del brano di Brokaw, uno strumentale intrigante ed avvolgente; Una Vez Mas mantiene la stessa magica atmosfera pur essendo cantato.
La già nota Irene Rodriguez Tremblay, aka Aroah, divide uno split CD con Nacho Vegas, chitarrista di Migala: tre brani a testa, anche se in verità tutti suonano dappertutto come nelle migliori occasioni, e questa è una di quelle. Sia i brani in inglese di Irene, che quelli spagnoli di Nacho Vegas sono profondi e sentiti, anche se il trittico di Aroah con Our Walk, From The Butler Institute Of American Art e Finally (If Only I'd Known) è veramente eccezionale: ha vent'anni e una marea di dischi davanti, per nostra fortuna...

Sr. Chinarro - La Casa Encima (Acuarela, 2002)
Viva Las Vegas - S/T (Acuarela, 2002)
Il primo pomeriggio nella mia mansardina nuova nuova in compagnia di queste due novità targate Acuarela. Meglio di così non si poteva iniziare. Apriamo le danze con il mini di Sr. Chinarro, dietro cui si nasconde Antonio Luque, il "genio di Siviglia", che in sostanza ha fatto tutto da sè nei quattro pezzi qui contenuti. E che pezzi. Aria da crooner, testi in spagnolo, chitarre e tastiere spettrali. I riferimenti approdano alle sonorità di Songs: Ohia e Arab Strap, anche se qui c'è un'anima più calda e mediterranea. Una musica di frontiera dunque, che sul finale si abbandona a rarefazioni in dissolvenza (Aleluya Pero Cierra El Maletero) e al vociare narcolettico della post ambient Cuando Felipe. Lirico.
Risultati altrettanto convincenti per Viva Las Vegas, formazione di Josè Luis Aguado e Frank Rudow, rispettivamente singer e percussionista, al debutto dopo uno split single in compagnia di Chris Brokaw (ex-Codeine). L'album si avviluppa in trame post rock con innesti blues (Corazon Sano), miscele che sanno unire la freddezza matematica dei suoni con l'ispirazione introspettiva del cantato (Automata, Por Què Te Escondes Del Amor) e colonne sonore uscite chissà dove, magari da un ipotetico film di Wong Kar Wai (Estarè De Paso, Despiertate...). Ruggisce la chitarra solo in Don't Run, Don't Cry, ma al rallentatore; nel disco infatti dominano incontrastati i momenti di pausa e di introspezione che si concludono con Un Aire Frìio, brano che ricorda i Giardini Di Mirò più "glaciali" o le progressioni circolari dei primi Tortoise: quattro accordi ripetuti all'infinito accompagnati da fruscii appena sussurrati in sottofondo. Magico.

go acuarela go!!!!
Ziobe

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