The Third Eye Foundation Mentre Matt Elliott, l'uomo dietro The Third Eye Foundation, era in Francia a preparare il suo nuovo progetto, gli ho fatto alcune domande su di lui e sulla sua decennale carriera. L'intervista traccia il profilo di una persona schiva, seppure in perenne movimento alla ricerca di nuove modalità espressive. Sodapop: Nei primi anni novanta a Bristol c'era tutta una scena che ruotava attorno alla tua Linda's Strange Vacation e alla Planet Record, cosa pensi di quelle musiche e delle persone coinvolte? Matt: Sfortunatamente non sono più in contatto con quelle persone, anche se saltuariamente parlo con Richard King (il factotum della Planet); penso che stessimo tutti imparando come funzionano in realtà le cose, erano anni brutti e belli assieme... S: I dischi di The Third Eye Foundation sono sei: guardando indietro cosa vedi nel tuo percorso artistico di questi anni? M: Nei primi tre dischi principalmente stavo prendendo confidenza, non li ascolto più. Sono invece molto fiero di You Guys Kill Me, Little Lost Soul e I Poo Poo On Your Juju. S: Hai fatto una marea di remix e collaborato spesso con altri, qual'è il lato interessante della cosa? Hai in mente nuove collaborazioni con Hood? M: Non ho intenzione di collaborare con altri in questo momento, poiché sono particolarmente concentrato sul mio nuovo progetto; mi piace molto collaborare con altri, ma non nel senso di stare tutti assieme nella stessa stanza, è bello prendere una canzone e lavorarci su, anche se trovare i campioni adatti è una cosa impegnativa. Non penso di collaborare prossimamente con Hood, anche se restiamo sempre buoni amici. S: Su cosa stai lavorando adesso? La scelta di non usare più il nome The Third Eye Foundation indica un cambiamento di direzione? M: Il mio nuovo lavoro è completamente differente da 3EF, anche se gli umori rimangono gli stessi. S: Quanto la musica di The Third Eye Foundation riflette la tua vita, fondendo la tristezza con l'ironia di certi titoli e copertine? M: Penso ci siano tre vie per approcciarsi alla condizione umana: una è di ignorarla, una è di impazzire e l'altra è di scherzarci su... S: Cosa pensi del sempre maggiore inserimento dell'elettronica nella musica a danno delle vecchie tecnologie analogiche? M: Per me la buona musica è sempre buona musica, è importante cosa si sente dagli altoparlanti e non come ciò è stato registrato; la rivoluzione digitale è stata una buona cosa, poiché ha reso le possibilità quasi illimitate, io non avrei mai potuto incidere i miei dischi solo in analogico, più persone sono state spinte verso questo tipo di musica dalla larga diffusione di queste tecnologie. S: So che sei un grande appassionato di hip-hop e musica nera in generale, cosa ascolti in questo periodo? Che pensi della scena Clouddead/Anticon? M: Al momento non sto ascoltando molto, ci sono delle ottime band francesi ma non ricordo i nomi, sono in una fase molto GYBE!/A Silver Mount Zion. La mia musica nera preferita è in assoluto il funk ed il rocksteady come tutta la musica solare; ci sono in giro adesso un sacco di cose hip-hop che non mi piacciono per nulla. S: Cosa pensi della musica elettronica indipendente? M: Credo che questo tipo di musica abbia perso di vista i suoi obiettivi, dato che molto è già stato detto; in questo periodo sto apprezzando molta musica prodotta in modo tradizionale, il mio CD preferito in questo momento è di una band spagnola, Emak Bakia, molto bello e semplice. |